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Il vino diventa materia di studio al Paolo Baffi di Fiumicino

Monica Bernard: “Il nostro Istituto ha aperto le porte a questa brillante iniziativa”


L’Istituto Paolo Baffi di Fiumicino al lavoro per la preparazione del nuovo anno scolastico con iniziative di eccellenza.

Alla presenza della dott. Risuglia Floriana, avvocato e testimonial dell’Associazione, del Dott. Fraschetti direttore della scuola alberghiera regionale di Castel Fusano che ha  favorito l’incontro e della dott.ssa Monica Bernard e dei suoi collaboratori Lorena Florio e Livia Di Sandro è stata data vita al progetto per introdurre il vino fra le materie di studio degli Istituti Turistici e Alberghieri di tutta Italia. La proposta parte dall’Associazione nazionale Le Donne del Vino, lanciata a Firenze in occasione degli eventi organizzati in preparazione al G20-Agricoltura.
 
Un’iniziativa che ha portato altro lustro e prestigio alla nostra scuola – commenta la preside dell’IIS Paolo Baffi, Monica Bernard –. Un ulteriore tassello che si andrà ad aggiungere ai tanti corsi che si tengono nel nostro Istituto”.
 
“Nella logica dei grandi progetti europei – aggiunge la presidente Donatella Cinelli Colombini – come il Farm to Fork e la Next generation, crediamo nel vino come acceleratore di cambiamento sostenibile e accorciatore della distanza fra città e campagna”.
 
Già in questo anno scolastico, Le Donne del Vino, si faranno carico della sperimentazione di questi insegnamenti in tre regioni pilota: Emilia Romagna, Piemonte e Sicilia, con uno o due istituti per ogni regione. La sperimentazione si allargherà poi in tutta Italia nell’annualità 2022/2023. Tutti auspicano che la necessità della formazione sul vino diventi largamente diffusa e che sempre più Istituti Alberghieri e Turistici introducano tale insegnamento. Il Progetto è coordinato da tre associate: Roberta Urso (Sicilia), Antonietta Mazzeo (Emilia Romagna) e Roberta Lanero (Piemonte).
 
“Lanciamo un appello alle associazioni di sommelier, assaggiatori, diplomati WSET, dottori in scienze gastronomiche – ha detto Cinelli Colombini – perché preparino i docenti necessari a insegnare a centinaia di classi in ogni regione italiana”.  
 
Dopo i due anni della fase sperimentale le 950 Donne del Vino intendono rimanere nel progetto formativo solo come destinatarie delle visite didattiche perché hanno al loro interno produttrici, ristoratrici, enotecarie, sommelier, comunicatrici, esperte di marketing, e sono quindi in grado di proporre agli studenti un’esperienza diretta di tutta la filiera produttiva del vino. Nel sogno di tutti c’è una nuova generazione di manager che continui la sua formazione anche dopo il ciclo scolastico facendo della conoscenza del vino e dell’agroalimentare un punto di forza del proprio profilo professionale.
 
PERCHÉ INSEGNARE IL VINO NEGLI ISTITUTI TURISTICI E ALBERGHIERI  Attualmente alcuni presidi di Scuole Alberghiere hanno già attivato i corsi sul vino mentre nessun Istituto Turistico ha insegnamenti di questo tipo. Nella realtà invece, i futuri responsabili delle sale dei ristoranti così come i futuri manager di uffici turistici, agenzie di viaggio o alberghi hanno bisogno delle nozioni base sul vino e sui territori del vino. Infatti il vino costituisce circa un terzo dei ricavi dei ristoranti. Sul fronte turistico vediamo che l’enogastronomia è la prima attrattiva dei viaggiatori stranieri diretti in Italia e anzi un visitatore su quattro è mosso principalmente da quella. Il 62% dei cataloghi dei tour operator contiene un’offerta enogastronomica. Ci sono circa 10.000 cantine attrezzate per la wine hospitality in costante ricerca di personale e circa altre 20.000 imprese del vino aperte al pubblico. In un’Italia, dove l’agroalimentare è sempre più importante per il turismo, non è possibile continuare a insegnare solo arte, territori e geografia turistica (66 ore per 3 anni) ai futuri manager dell’incoming.
 
 
 

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