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Freddo, Sant’Egidio: “In queste ore non lasciamo soli i senza dimora”

Tutti possono aiutare, le istituzioni aprano nuovi ripari notturni


 di Dario Nottola

La Comunità di Sant’Egidio fa partire una mobilitazione per raccolta straordinaria di coperte e l’invito ad aggiungersi ai volontari. Di fronte al freddo di queste ore e a quello, ancora più forte, annunciato per i prossimi giorni, il presidente della Comunità di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo, lancia un appello per la vicinanza e la protezione, in tutta Italia, dei senza dimora, particolarmente a rischio in questo fine febbraio, soprattutto di notte: “Non aggiungiamo al gelo anche l’indifferenza, che è il primo nemico di chi vive per strada: invitiamo tutti a prestare attenzione a chi passiamo accanto ogni giorno, nelle vie delle nostre città, senza fermarci”.
 
Proprio contro l’indifferenza, in occasione dei suoi 50 anni, la Comunità ha scelto di collocare, davanti all’entrata della propria sede, in piazza Sant’Egidio, a Roma, la scultura “Homeless Jesus”. Per non dimenticare i tanti, che hanno bisogno di un amico che li aiuti nel momento del bisogno: “La strada – spiega Impagliazzo – non è una condanna: lo è la solitudine. E anche l’emergenza di un freddo che si preannuncia eccezionale può essere risolta offrendo un pò del proprio tempo e, soprattutto della propria umanità”.
 
A partire da oggi Sant’Egidio lancia una raccolta straordinaria di coperte, cappelli di lana, sacchi a pelo ed altri generi di conforto per affrontare il gelo. A Roma si possono portare ogni giorno, dalle 19 alle 20, in via Dandolo 10. Saranno distribuiti durante le cene itineranti, che la Comunità svolge durante tutto l’anno portando bevande e pasti caldi, e che in questi giorni verranno moltiplicate. Verrà anche ampliata l’accoglienza notturna nella chiesa di San Callisto, a Trastevere, riaperta a chi ne ha bisogno all’inizio dell’inverno. Inoltre, chiunque lo desideri può dare una mano alla Comunità offrendosi, come volontario, per conoscere e aiutare i senza dimora.

“Ma accanto a questa mobilitazione della società civile – osserva Impagliazzo – è necessario che si diano da fare anche le istituzioni aprendo con urgenza nuovi ripari notturni. Occorre allargare la rete di protezione sociale per i più fragili, ancora troppo debole nelle nostre città, in modo da evitare nuovi drammi, non solo del freddo, ma dell’esclusione”.
 
 
 
 

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