Domani mattina presso l’Accademia Nazionale di Danza di Roma, la camera ardente per l’ultimo saluto ad uno dei maggiori esponenti della Danza Internazionale
di Manuela Minelli
Il mondo della Grande Danza ha perso ieri uno dei maggiori esponenti dell’arte di Tersicore, il Maestro Zarko Prebil, conosciuto dai suoi allievi ed ex allievi, semplicemente come Il Maestro. Ballerino, coreografo e Maitre de Ballet, nato a Spalato, étoile nei teatri di tutto il mondo, si è spento ieri al Policlinico Gemelli, all’età di 82 anni in seguito a una delicata operazione all’anca.
Formatosi presso la Scuola di ballo del Teatro dell’Opera di Zagabria, Zarko Prebil ha danzato dal 1951 al 1955 nella compagnia di quel teatro e dal 1955 al 1965 in quella dell’Opera di stato di Belgrado, interpretando tutto il repertorio classico e vincendo vari premi come miglior danzatore classico. Quindi vinse una borsa di studio e si perfezionò al Teatro Bolshoi di Mosca.
Dal 1968, all’Istituto statale delle Arti dello spettacolo di Mosca, Prebil studiò la Metodologia d’insegnamento della danza classica, diplomandosi come maestro e coreografo. Negli anni successivi si è dedicato all’insegnamento e alla riproduzione di classici ottocenteschi (Giselle, Don Chisciotte, Lo Schiaccianoci, Il Lago dei Cigni, Cenerentola) in varie compagnie internazionali.
Con la sua grande e indiscussa autorevolezza e professionalità, Zarko Prebil ha formato generazioni di danzatori e insegnanti, un numero elevato di giovani danzatori italiani, oggi étoile nei teatri di tutto il mondo – una su tutte, l’ètoile della Scala di Milano, Petra Conti – devono anche a lui il loro successo.
“La danza è la gioia più grande della mia vita. Dopo la guerra c’era la fame, non avevamo niente, ma ogni mattina correvamo in teatro perché eravamo felici di cominciare una nuova giornata con la sbarra e vivere la danza in tutte le sue sfumature”, raccontava in un’intervista.
Zarko Prebil si è esibito nei teatri di Parigi, Bruxelles, Tokio, Vienna, Varsavia, Madrid, Cairo, Atene, Osaka, Buenos Aires. Come coreografo venne chiamato dal Teatro dell’Opera e al San Carlo di Napoli. Nel 1978, l’allora Direttore dell’Accademia Nazionale di Danza, Giuliana Penzi, lo volle in Accademia, dove rimase per 25 anni e per tutto il periodo della direzione di Margherita Parrilla. In A.N.D. fu docente dei corsi di perfezionamento, impartendo lezioni di tecnica russa e metodologia, sia per i futuri insegnanti, sia per gli allievi.
Nel 2003 il Presidente Carlo Azeglio Ciampi gli conferì l’onoreficenza di Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana, la Medaglia d’oro e il diploma di prima classe, riservato ai benemeriti che si sono distinti nella Scuola, nella Cultura e nell’Arte, come degno riconoscimento per la costante dedizione volta al processo culturale di formazione dei giovani, che rimpiangeranno a lungo il loro grande Maestro di Danza, ma anche di Vita, lasciando loro una grande impronta.
Innamorato dell’Italia e, in particolare della città eterna, raccontava che “In Italia ho acquistato un’altra Patria. La mia Patria è la Jugoslavia, dove sono nato, purtroppo “ex”. La mia seconda Patria è la Russia e la terza, non meno amata delle altre, è l’Italia. Sono diventato cittadino italiano e sono felicissimo di vivere a Roma, città che non regge il paragone con nessun’altra città al mondo”.
Domani presso l’Accademia Nazionale di Danza di Roma, verrà allestita la camera ardente per permettere a tutti coloro che l’hanno conosciuto e amato, un ultimo saluto.