
Una molecola organica identificata per la prima volta da Frederic Crane nel 1957
di Fabio Reposi direttore della farmacia comunale Aranova
Il coenzima Q10 è una molecola organica che è stata identificata per la prima volta da Frederic Crane nel 1957. È onnipresente nelle membrane cellulari e specialmente nei mitocondri sia in forma ridotta (ubichinolo) che ossidata (ubichinone).
Negli ultimi anni diversi studi hanno esaminato come l’integrazione orale con coenzima Q10 possa apportare benefici significativi a patologie degenerative come le malattie cardiovascolari, il diabete, malattie renali e epatiche promuovendo in tal modo la longevità.
La logica della supplementazione di coenzima Q10 in questi disturbi si basa, da un lato sul suo ruolo chiave nel metabolismo cellulare, nella generazione di energia, dall’altro sull’azione antiossidante e antinfiammatoria di questa sostanza.
Uno dei problemi più importanti della supplementazione del coenzima Q10 è legato alla sua scarsa biodisponibilità orale. In effetti, la maggior parte del coenzima Q10 integrato viene eliminato attraverso le feci e solo una frazione di tale integratore raggiunge il sangue e quindi tessuti e gli organi.
Il coenzima Q10 è una molecola con un peso molecolare relativamente elevato ed è insolubile in acqua. Per questi motivi è scarsamente assorbito nel tratto gastrointestinale e la chiave per un’efficace integrazione è quindi il miglioramento della sua biodisponibilità. La riduzione delle dimensioni delle particelle (compreso l’uso di nanoparticelle), l’uso di sospensioni oleose, l’assunzione con gli alimenti, sono strategie praticabili che aumentano la biodisponibilità.
Un altro fattore che inizialmente si pensava influenzasse la biodisponibilità è la relativa forma ossidata o ridotta del coenzima Q10, ma ciò negli ultimi anni è stato ampiamente superato. Infatti alcuni studi mostrano che la biodisponibilità è determinata essenzialmente dallo stato di dispersione del cristallo piuttosto che dallo stato ossido/riduttivo del coenzima Q10. Le prove da studi clinici controllati randomizzati mostrano che l’integrazione orale con coenzima Q10 può ridurre significativamente il rischio di mortalità per malattie cardiovascolari in soggetti anziani sani o con insufficienza cardiaca. Inoltre la supplementazione ha effetti benefici sul processo patologico primario e sulla disfunzione cardiovascolare secondaria nei pazienti con diabete di tipo ll, patologie renali croniche o epatiche.