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6 marzo 2023, celebrata all’I.I.S. Paolo Baffi la giornata mondiale dei giusti

Maucioni: “Il 6 marzo è la data della morte di Moshe Bejski, il primo che intuì la grandezza del concetto di ‘Giusti’ ”


di Alessandra Lo Franco
 
Siamo ancora un popolo di musicisti e poeti, questo ci hanno dimostrato gli alunni della sezione “H” dell’IC Porto Romano, con l’esecuzione del brano “Buongiorno Principessa” di Nicola Piovani. Chitarre, flauti, pianoforte e percussioni, suonati per celebrare il 6 marzo, la giornata in onore dei Giusti. Poesie e pensieri sono stati letti dai ragazzi.

Roberto T. scrive “Ricordare è l’unico modo per pensare a chi ha scelto il dialogo e l’amore. Il giusto che per difendere il futuro del popolo si arma di coraggio e dona speranza a chi l’ha persa, questo é colui che pone la propria vita a repentaglio e fa trionfare quel valore innato nell’uomo, la fratellanza”.
 
Presenti ospiti illustri presso l’IIS Paolo Baffi, dove alle 17.30 si é svolto il concerto.

Antonella Maucioni, rappresentante per la Gariwo, biologa ed esperta di politiche educative, per tanti anni preside del Liceo L. Da Vinci di Maccarese, dove ha fondato il Giardino dei Giusti, ci ha spiegato perché é stato scelto proprio il 6 marzo: “E’ la data di morte di Moshe Bejski, il primo che intuì la grandezza del concetto di ‘Giusti’. Uomini e donne che, in ogni parte del mondo, hanno salvato vite in tutti i genocidi e difeso la dignità durante i totalitarismi”.
 
“Quando tornò in Israele – prosegue – dopo la seconda guerra mondiale, Bejski ebbe chiara una cosa, cioè che non andava dimenticata la memoria e questo riconoscimento è stato importante per le coscienze di tutti.
 
Andrea Barzini regista e sceneggiatore, ci ha parlato del suo libro “Il Fratello minore”, testimonianza diretta attraverso un racconto personale, un capitolo di storia italiana. L’autore, con l’aiuto di lettere dimenticate e ricerche d’archivio, riscopre la figura dello zio paterno morto in un campo di concentramento a Mathausen, dopo aver vissuto la guerra con spirito di giustizia ed aver messo a rischio la propria vita per il bene comune. Ricorda Barzini: “Una persona che non ha mai tollerato le forme di ingiustizia che gli stavano accanto e le ha combattute in prima persona, anche lui un Giusto”.
 
Parla di giustizia sociale anche Don Antonio Coluccia, 48 anni, famoso parroco costretto ormai a vivere sotto scorta per aver sfidato a viso aperto la criminalità organizzata recandosi, armato di pallone e megafono, nelle piazze di spaccio di molte città italiane, dove con la preghiera e il gioco cerca di creare un dialogo con i ragazzi vittime di droga e abbandonati al loro destino

“La prima volta che sono stato a San Basilio (Roma), ho trovato un quartiere al buio, in pieno degrado, dimenticato dalle istituzioni – racconta Don Antonio Coluccia – Gruppi di malavitosi romani, calabresi e albanesi che vedendomi arrivare mi hanno chiesto subito i documenti, per far capire che li vigeva una sola legge, la loro. Il mio atteggiamento di non violenza, nonostante all’inizio sia stato insultato e respinto, ha avuto riscontri positivi soprattutto da parte delle donne, mamme che preoccupate per il futuro dei loro figli, hanno avuto il coraggio di denunciare – conclude Don Coluccia, facendo un chiaro appello alle istituzioni – I territori però cambiano anche se si porta avanti la cultura della bellezza, se si propongono servizi adeguati, strade, scuole, illuminazione pubblica. I ragazzi hanno bisogno di possibilità, di alternative”.
 
La parola infine a una giusta come Giovanna Gagliardi,  docente d’Italiano presso la Cidis Onlus Università di Napoli, operatrice sociale per la comunità “Papa Giovanni XXIII” che prevede attività d’inclusione per i giovani disabili, ci ha raccontato la sua esperienza di assistenza ai profughi Siriani, partecipando all’operazione Colomba. Una donna coraggiosa e altruista che, andata in Siria per studiare la lingua araba, ha deciso di ritornarci in veste di volontaria per dare un contributo concreto all’umanità.
 
A conclusione dell’evento il coro dei ragazzi della I H che hanno cantato “Alleluia” accompagnati dagli strumentisti e diretti divinamente dalla Professoressa Ercoli.
   
Il valore educativo della giornata dei giusti è molto profondo e importante, per comprendere che ognuno di noi può essere un giusto, ogni giorno basta non girare la faccia dall’altra parte di fronte a situazioni di abuso, bisogna denunciare, aiutare, attivarsi in operazioni di volontariato, assumere atteggiamenti corretti nei confronti dell’ambiente. Solo con la collaborazione di tutti possiamo davvero contrastare quel male che si insinua nella vita di tanti rendendola una schiavitù. Il bene non è un concetto astratto ma un’esperienza reale che come società “evoluta” abbiamo il dovere di convogliare là dove scarseggia.
 
 
 
 

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