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A Roma rimosso il maxi cartellone PROVITA

Giornate di polemiche e tweet : a quattro decadi di distanza dall’emanazione della legge sull’Ivg le battaglie tra le diverse scuole di pensiero sono sempre più aspre.

di Erica Fasano

Il 22 maggio è vicino e la legge per l’interruzione volontaria della gravidanza (ivg) quest’anno compirà 40 anni ma le battaglie di chi ne è stato sempre contrario sembrano oggi gridare ancora più forte.
A Roma, in via Gregorio VII 58, il 3 aprile scorso è stato affisso un maxi manifesto di 7 metri per 11, raffigurante un bambino nel grembo materno ed alcune scritte accanto “tu eri così a 11 settimane. I tuoi organi erano presenti. Il tuo cuore batteva già dalla terza settimana dopo il concepimento. Già ti succhiavi il pollice” ed ancora “Ora sei qui perchè tua mamma non ha abortito“.
La nuova campagna della Onlus Provita vuole chiaramente scuotere le coscienze “Affinché il ministero della Salute garantisca che le donne vengano messe a conoscenza delle conseguenze, provocate dall’aborto volontario sulla loro salute fisica epsichica”, replica  il presidente Toni Brandi. Ma le polemiche in risposta a questo messaggio non sono state altrettanto tenere. 
 
“Vergognoso che per le strade di Roma si permettano manifesti contro una legge dello Stato e contro il diritto di scelta delle donne. #rimozionesubito“, twitta la senatrice Pd Monica Cirinnà
  
A controbattere la senatrice del PD in un’intervista per Il Giornale di oggi è Giordano Bruno Guerri, intellettuale laico, pro aborto “Non capisco  chi vuole la rimozione del cartello né lo sdegno della senatriche Cirinnà […] non è né contro una legge dello stato né contro i diritti delle donne: è la manifestazione, per quanto cruda, di un pensiero che ha diritto di essere manifestato, nel rispetto della libertò di espressione. C’è scritto anche nella costituzione, all’art. 21”.
 
Il Comune di Roma che giovedì aveva avviato le indagini e ha allertato la polizia locale sul caso poichè “il manifesto sembrerebbe in contrasto con le prescrizioni previste dal Regolamento in materia di Pubbliche affissioni di Roma Capitale, che vieta espressamente esposizioni pubblicitarie dal contenuto lesivo del rispetto di diritti e libertà individuali”, oggi stesso ha provveduto alla sua rimozione.
 
 
 

 
 
 
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