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Berlinguer e i suoi uomini rivivono con lo scrittore Luca Telese: nella biblioteca “Gino Pallotta” presentato il suo ultimo lavoro

“La scorta di Enrico, Berlinguer e i suoi uomini: una storia di popolo” un libro che parla di vite vissute con coraggio ed onestà”


di Alessandra Zauli
 
Nella splendida cornice della biblioteca di Fregene “Gino Pallotta”, Luca Telese, giornalista e scrittore tra i più impegnati e “curiosi di verità” del nostro tempo, ha presentato il suo ultimo libro “La scorta di Enrico, Berlinguer e i suoi uomini: una storia di popolo” alla presenza di numerose persone, del Sindaco del Comune di Fiumicino Esterino Montino, del Vice Sindaco Ezio DI Genesio Pagliuca, e di altre personalità del mondo del giornalismo, della cultura, del Sindacato e della politica quali Luana Magionesi, Marina Pallotta, Ugo Sposetti, Alessio D’Amato, Padre Massimo Nevola. A moderare il dibattito, con grande attenzione, sagacia e simpatia, il noto giornalista Giuseppe Cerasa.
 
L’evento si è svolto nella biblioteca, ubicata in una ex villa, sequestrata alla banda della Magliana, che il Sindaco di Fiumicino Esterino Montino ha voluto convertire in quanto di più lontano dall’idea del crimine, ovvero in una biblioteca.
 
“Ogni volta che si dona un libro, si salva una vita” questo è il ringraziamento di esordio di Luca Telese, nei confronti di chi si prende cura della biblioteca.
 
“La scorta di Enrico, Berlinguer e i suoi uomini: una storia di popolo” Il libro racconta degli uomini della scorta di Berlinguer, racconta le loro storie, i loro pensieri, i loro ideali. Un viaggio attraverso la vita dagli anni dell’immediato dopo guerra.
 
Uomini speciali, per i quali era un onore prestare servizio come scorta dell’onorevole Berlinguer, uomini di una sola ed unica parola, dagli ideali forti ed inattaccabili, di una fede incrollabile, provenienti dalla classe più umile, quella contadina ed operaia, che volevano essere protagonisti della storia e non viverla da semplici spettatori.
 
“E’ stato complicato – racconta Luca Telese – raccogliere le loro storie e le testimonianze anche delle loro famiglie perché sono stati abituati al silenzio ed al riserbo, all’umiltà, all’onore.”
 
Ne esce invece un ritratto attento, attraverso una narrativa scorrevole ma dettagliata, degli eventi che hanno attraversato quegli anni, dal rapimento Moro allo strappo di Berlinguer con Mosca durante l’invasione dell’ex Unione Sovietica di Bresnev, solo per citarne alcuni tra i più importanti.
 
Mentre assistevo alla presentazione ed ascoltavo quegli uomini che raccontavano di ideali, vissuti nella semplicità, nella condivisione di cibo, vino, chiacchiere, discussioni e dibattiti politici, comizi e strada percorsa attraverso i paesi, pensavo come quegli eventi costituiscano sempre quella che amo chiamare MEMORIA CHE INFONDE CULTURA E CONOSCENZA. Loro raccontavano aneddoti della loro giovinezza ed io e tanti altri seduti tra il pubblico, ascoltavamo incantati e rapiti. Quello che per loro è cronaca, per noi è storia.
 
Si racconta di un mondo che oggi è cambiato in modo radicale, i comizi, che infervoravano le folle, non ci sono quasi più, il dibattito spietato ma leale ha lasciato il posto ad insulti, invettive senza regole e limiti morali. Nel libro vengono citati giganti quali Giuseppe Di Vittorio, uomo del popolo che mia nonna raccontava fosse una persona eccezionale, tra i primi ad avere a cuore realmente gli interessi ed i diritti della classe contadina, di Berlinguer che, a prescindere dall’ideologia politica, ha giganteggiato nel secolo scorso per dirittura morale e visione illuminata.
 
Berlinguer che ha condannato l’invasione russa a Praga del 20 agosto 1968, perché riteneva deprecabile opprimere un popolo anche se a farlo era la “Madre Russia”, che era amico di Moro, dialogava in modo anche segreto con lui per raggiungere un accordo.
 
Dalle parole dello scrittore, dai racconti di quegli uomini che hanno fatto del loro lavoro una missione vissuta con amore e dedizione, ciò che ho recepito è l’immensità delle idee e dei valori che questi uomini più o meno famosi hanno vissuto, e che hanno portato avanti senza paura di pagare pegno per le proprie idee. Essere comunisti era difficile e se ne pagava, a volte, lo scotto. Ma loro non si sono fermati, hanno fatto la scelta meno facile ma più onesta e questo per tutti noi è un grande spunto di riflessione.
 
A volte nei racconti del libro troviamo similitudine con gli eventi che stanno accadendo ai nostri giorni ed è curioso ritrovare quei temi già indicati come importanti negli anni ’70 a 50 anni di distanza.
 
Il libro va oltre l’essere comunisti o qualcosa di simile, il libro va letto perchè parla di valori, vite vissute con coraggio ed onestà e Luca Telese ha saputo raccontare tutto ciò in modo estremamente avvincente.

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