“Amo la fotografia umanista dove la persona, qualunque sia, a sua insaputa è il soggetto principale”
di Dario Nottola
Un altro talento del nostro territorio. Una passione la sua, quella della fotografia, collimata con la professione giornalistica, che lo sta portando sempre più ad avere affermazioni di prestigio in ambito nazionale ed internazionale. Un lustro per Fiumicino grazie alla sua inclinazione originale, la “Fotografia di strada”.
Per Gianmarco Venturi il primo approccio con la fotografia è nato da un’esigenza lavorativa, quella di giornalista. Ormai da diversi anni si occupa di uffici stampa e comunicazione social per enti pubblici e privati.
“In questo campo – spiega – c’è sempre l’esigenza di formarsi, essere al passo con i tempi. Ho iniziato un percorso formativo importante sia nel campo fotografico, frequentando un’accademia di Roma, sia in quello grafico e video. Per quanto riguarda la fotografia ho compiuto tutto il percorso classico specializzandomi poi, due anni fa, in fotografia di strada. Mi piaceva l’idea di poter dare un tocco diverso all’impostazione classica del lavoro istituzionale e ‘social’. Più naturale, fresco e meno impostato. Da lì è nata una passione che mi ha cambiato la vita”.
La ‘streetphotography’ è un modo di osservare e dare importanza a ciò che per ognuno di noi è normale, scontato. La quotidianità, la routine vengono raccontate in maniera insolita e surreale. Questo sfruttando tutto ciò che la città ti offre: riflessi, contrasti, persone, ironia, tagli che mettano in risalto il soggetto o la scena.
“L’ho sempre considerata una derivazione del surrealismo in fotografia. Se dovessi metterla in musica direi che la ‘fotografia di strada’ ha rotto gli schemi un pò come ha fatto il ‘jazz modale’ – evidenzia Gianmarco Venturi – Ribaltando completamente tutti gli schemi. Estremizzando il concetto: facendo quello che ti dicevano di non fare e che fosse un errore. È forse una fotografia più interessante che bella nel senso classico. Con tagli molto arditi. È un genere molto diretto, quasi primitivo, ma per ‘gustarlo’ è, secondo me, necessario prendersi qualche secondo. Unica regola: nessun fotoritocco“.
Gianmarco nella “sua” fotografia ama molto i contrasti, uso forti chiaroscuri, composizioni geometriche particolari e surreali. Al centro però c’è sempre l’essere umano.
“Amo la fotografia umanista dove la persona qualunque sia, a sua insaputa è il soggetto principale – sottolinea – Diventano così protagonisti il turista che si trova per caso a Roma, il dipendente che si reca a lavoro, la nonna che va a fare la spesa. La mia influenza, da buon romano, nasce da due artisti che abbiamo la fortuna di poter osservare gratuitamente: Caravaggio e Bernini. I forti chiaroscuri del primo, l’intelligenza figurativa del secondo sono una continua fonte di ispirazione per sperimentare e giocare. Mettendola da un punto di vista calcistico chi non è stato influenzato dalle giocate di Maradona o dall’intelligenza di Pelè. Amo poi molto il primitivismo di Picasso. Questo suo tornare alle origini. Quando fotografo per strada dimentico tutto ciò che mi hanno insegnato e torno bambino, gioco, mi diverto, sperimento, sbaglio tantissimo. Cerco di essere essenziale non bello”.
I concorsi e le esposizioni sono stati e sono un modo per sottoporre il suo lavoro a mostri sacri del genere. “È nato tutto molto per caso – aggiunge Gianmarco Venturi – Avevo appena finito due brevissimi lavori sui volti di Roma e uno sui muri di Trastevere (durati un annetto) e ne stavo iniziando uno totalmente diverso sul Covid con forti chiaroscuri. Volevo sapere cosa ne pensassero autori che amavo ma difficilmente avrei potuto scrivergli. Così sono venuto a conoscenza del fatto che fossero giudici in vari concorsi e ho inviato le mie foto. Con grande meraviglia ho ottenuto discreti risultati arrivando poi a esporre davvero in molte nazioni. Una mia foto è stata scelta da Fujifilm per una esposizione itinerante che ha toccato vari musei nazionali della Polonia, nazione in cui la fotografia di strada è molto apprezzata. Alain Schroeder, mostro sacro del genere, ha scelto una mia per Independent Photo. Ho esposto a Roma, Parigi, in Indonesia dove la street è molto in voga. A settembre esporrò a Pisa nell’ambito del Pisa Internation Street Photo Awards e a Trieste“.
Ha vinto il Paris International Street Photo Awards nella ‘sua’ sezione, quella dai forti contrasti ed ottenuto, unico italiano, una menzione d’onore. Ha ottenuto una menzione d’onore al Fuji Moment Street Photo Awards, arrivando tra i primi 10 fotografi su circa 2.500 che avevano inviato i propri lavori. Quindi, un terzo posto nel Versilia Street Photo Awards. E poi finalista in diversi concorsi: l’Italian Street Photo Festival, l’Urban Street Photo Awards, il Pisa International Street Photo Awards, Independent Street Photo Awards.
“Nel prossimo futuro voglio continuare a sperimentare, giocare, crescere, essere libero di guardarmi dentro attraverso la fotografia magari lavorando a nuove cose e mettendomi in gioco in nuovi concorsi o esposizioni. Il mio sogno è lavorare a un progetto organico che possa raccontare la mia città, Fiumicino, in maniera diversa. È un pallino che ho, ma non è ancora ben chiaro. Non ho mai fotografato nel mio paese, c’è sempre una piccola remora a farlo, non mi sento ancora pronto. Ma prima o poi ci arriverò“, conclude Gianmarco Venturi.
Per chi volesse seguire i suoi lavori su instagram e darmi un feedback: (clicca qui)
Nella Fotogallery sotto riportata:
Foto 1. Vincitrice Paris International Street Photo Awards, esposta in varie mostre nazionali e internazionali. Fa parte di un lavoro sul ritorno dei turisti a Roma dopo il Covid
Foto 2. Foto scelta da Alain Schroeder per Independent Photo. Fa parte di un lavoro sul ritorno dei turisti a Roma
Foto 3/4. Lavoro sui muri di Trastevere. Esposte in una collettiva promossa da Atac
Foto 5. Terzo posto Versilia Street Photo Awards. Fa parte di un lavoro sui volti di Roma