Un grande omaggio per tutti i musicisti che persero la vita nei lager
IL DOCUFILM “MAESTRO” Aprirà la serata il Docufilm italo-francese di Alexandre Valenti, che Istituto Luce-Cinecittà “Maestro – Alla ricerca della musica nei Campi” che segue la storia di Francesco Lotoro, pianista e compositore ebreo di Barletta, che si pone uno scopo da raggiungere nella vita: recuperare tutte le musiche prodotte nei campi di prigionia. La musica nella sua pretesa di essere armonia del mondo, si trasforma nel suo contrario: diventa contraddizione, complessità, disarmonia nel cuore di un’epoca. E, ultimo paradosso, si trova invischiata, come strumento, nell’inferno dei lager diventandone parte integrante della loro organizzazione.
TOCCANTE E MAI RETORICO “Maestro” , Alla ricerca della musica nei Campi è toccante ma mai retorico e mantiene uno sguardo pudico, che non indugia sulle macerie, ma mira ad un futuro che restituisca una magnifica dignità a tutti coloro che furono le innocenti vittime dell’olocausto. L’opera è contagiata dall’energia con il quale “il Maestro” rintraccia i sopravvissuti, spesso novantenni o addirittura centenari, come l’ebrea Wally Karvéno che, all’inizio del film, gli apre sorridente la porta della sua casa parigina. Arzilla, truccata, spiritosa, la signora compose nel 1941, prigioniera nel campo di Gurs, un “Concertino” mai eseguito: fu un modo per non soccombere alla brutalità, alla fame e al presagio di morte.
UN CONCERTO CON I BRANI COMPOSTI NEI LAGER Seguirà un breve concerto del quartetto della giovane violinista siciliana Margaret Lumetta che proporrà musiche a tema ed alcuni brani composti nei lager nazisti
“Questo evento – dichiara Edoardo Morello, presidente della Associazione Canto D’Inizio – vuole essere un particolare omaggio ai tanti musicisti – uomini e donne – che hanno pagato ingiustamente con la vita le loro “appartenenze”: sociali, razziali, religiose e di genere. Non a caso abbiamo invitato una donna a guidare l’ensamble di musicisti impegnati nel concertino che seguirà la proiezione. Nel caso della musica femminile c’è una forte natura collettiva e comunitaria del fare musica al punto che spesso si può parlare di “donne compositrici” che danno vita a brani in cui è impossibile individuare le singole mani.”