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Giubileo: in 5.500 dal litorale alla Porta Santa San Paolo

Guidato dal Vescovo Ruzza il pellegrinaggio giubilare delle Diocesi unite di Civitavecchia-Tarquinia e Porto-Santa Rufina

 

di Dario Nottola

 

Oltre 5.500 fedeli, provenienti da 84 comunità parrocchiali, hanno attraversato la Porta Santa della Basilica di San Paolo Fuori le Mura per il pellegrinaggio giubilare delle diocesi unite di Civitavecchia-Tarquinia e Porto-Santa Rufina.

 

 

 

Guidati dal vescovo Gianrico Ruzza, i pellegrini provenivano da diverse zone del litorale e non: Fiumicino, Ladispoli, Cerveteri, Santa Marinella, Civitavecchia, Selva Candida, Casalotti, Giustiniana, ecc. A causa dell’alta partecipazione, l’ingresso alla Basilica è stato organizzato in due celebrazioni eucaristiche.

 

 

“La Porta Santa è simbolo dell’incontro con Cristo e della rinascita spirituale. Siamo noi, popolo pellegrino, chiamati a vivere in pienezza questo anno di grazia”, ha esordito il vescovo durante l’omelia, richiamando il significato profondo del Giubileo come occasione di rinnovamento e riconciliazione.

 

Il passaggio attraverso la Porta Santa è stato il momento centrale della giornata accompagnato dalla voce dell’attore Agostino De Angelis che ha letto gli scritti di San Paolo. “Cristo è la Porta delle pecore – ha aggiunto il Vescovo – attraverso cui accediamo alla salvezza e alla comunione con Dio”.

 

Il pellegrinaggio giubilare è stato anche un momento di forte unità per le comunità delle due diocesi. “Siamo amati al punto tale che il Pastore intende proteggere e custodire il proprio gregge: Gesù ci accompagna, ci custodisce, ci fa crescere, mai ci abbandona e soprattutto giunge a offrirsi per noi – ha aggiunto Ruzza – Siamo chiamati alla relazione con Dio e, perciò, entriamo nella Sua Vita, entriamo in comunione con lui. Siamo chiamati all’eternità!”.

 

Questo simbolo, fortemente legato alla tradizione giubilare, ha assunto un significato speciale per i pellegrini, molti dei quali hanno trovato nella preghiera e nella contemplazione un momento di profonda riflessione personale.

 

L’esperienza vissuta dai pellegrini ha evidenziato come il cammino giubilare rappresenti non solo un viaggio fisico, ma anche un percorso spirituale verso una più profonda consapevolezza della propria fede. Ruzza ha, infine, esortato i presenti a considerare il pellegrinaggio come un dono prezioso, capace di rinnovare il cuore e la mente di ogni cristiano che in Gesù “trova la Vita piena, che è nutrita dalla speranza”.

 

 

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