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Roma, il “Ponte di Ferro” nel cinema italiano da Mastrocinque a Özpetek

Il ponte colpito dall’incendio di sabato notte, è una location cara ai romani che nel tempo si è prestata a riprese cinematografiche

Come il vicino Gazometro dell’Ostiense, anche il Ponte dell’Industria o “Ponte di Ferro”, colpito dall’incendio (leggi qui), è una location, cara ai romani, che si è prestata nel tempo a riprese cinematografiche o di seri televisive.

Viene alla memoria una scena con Totò protagonista nel famoso film del 1956 “La band degli onesti” di Camillo Mastrocinque: si vede sul ponte, e sullo sfondo il Gazometro, il Principe della risata, nel ruolo del portiere di condominio Antonio Buonocore, uno dei “falsari” (gli altri erano Peppino de Filippo e Giacomo Furia) con il proposito, poi non realizzato, di disfarsi e gettare nel Tevere la valigetta con il cliché originale della Banca d’Italia delle banconote che un anziano inquilino che gli aveva regalato prima di morire.

Cinematograficamente a riportare alla ribalta la zona Marconi-Ostiense, come location, con le sue perle di archeologia industriale, fu nel 2001 l’affermato “Le fate ignoranti” di Ferzan Özpetek con in primo piano il Gazometro.

Sul Ponte dell’Industria si ricordano però altre scene come nel poliziesco cult del 1975 di Marino Girolami, “Roma violenta” con Maurizio Merli, mentre la zona tra Piazza della Radio e via Pacinotti fa da sfondo a “Il ferroviere” di Pietro Germi con il locomotore ed i raccordi ferroviari oggi non più visibili. Più di recente (2018) una scena de “Sono tornato” di Luca Miniero.

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