Caricamento...

Aldo, morto per un incidente stradale causato da un guidatore ubriaco. I genitori chiedono giustizia

Pietro e Nadia: “Non cerchiamo vendetta, ma attendiamo giustizia, per nostro figlio e per noi”


Siamo Pietro e Nadia, genitori di Aldo Abbrugiati, deceduto a Roma il primo ottobre 2022, a seguito di un incidente stradale causato da un guidatore in stato di ebrezza.
 
Nostro figlio è stato strappato alla vita alla giovane età di 20 anni a causa del comportamento di un uomo, adulto, che, in spregio di ogni regola e norma di prudenza, si è messo alla guida completamente ubriaco.
 
È stato accertato che aveva un tasso alcolemico pari a più del doppio consentito dalla legge e che procedeva, oltre i limiti, ad alta velocità. L’esito delle indagini parla chiaro: nostro figlio è stato ucciso, lui che si era posto alla guida con responsabilità ed attenzione, come hanno accertato le perizie, guidava nel rispetto dei limiti, senza avere assunto alcol o sostanze stupefacenti.
 
Tutti, parenti, amici, conoscenti e psicologi ci dicono che possono solo immaginare quello che proviamo. No, non si può nemmeno immaginare questa sofferenza. Vivere sulla propria pelle questa realtà è atroce.
 
Cerchiamo nostro figlio ogni giorno, in un profumo, in una foto, in un uccellino che ci si posa accanto, perché Aldo non c’è più, non possiamo vederlo crescere, né soffiare le candeline del suo prossimo compleanno, non potremo accompagnarlo all’altare o conoscere i nostri nipotini.
 
Non riusciamo a gestire questo terremoto che ci è piombato addosso, travolgendoci. La prima settimana, dopo l’incidente, io e mio marito abbiamo urlato per vedere se questo dolore lancinante si potesse affievolire un pò, ma il sollievo, se così si può dire, durava brevissimi istanti, poi si ricadeva in quel buco nero profondo, dove ti manca l’aria.
 
Da quel giorno non viviamo più, sopravviviamo, in attesa che il tempo scorra, un tempo in bianco e nero, che non ha più colore.
 
Abbiamo dovuto fare il riconoscimento della salma di nostro figlio e lo abbiamo potuto fare solo attraverso un vetro, senza neanche poterlo baciare o toccare.
 
Non cerchiamo vendetta, ma attendiamo giustizia, per Aldo, per noi. A fronte di ciò con stupore e rammarico abbiamo scoperto pochi giorni fa che chi ha ucciso Aldo ha chiesto al Giudice di patteggiare una pena pari a 4 anni di reclusione, con la concessione delle circostanze attenuanti generiche, con il consenso del pubblico ministero. Questa notizia ci ha sconvolti.
 
Il Giudice non ha ancora deciso, ma in attesa della pronuncia ci viene da chiederci come sia possibile che quella persona, che non ha manifestato nessun pentimento, possa beneficiare del riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche ed essere condannato ad una pena che a noi appare lontana da ogni concetto di Giustizia.
 
Nessuna condanna potrà restituirci nostro figlio Aldo, ma una pena giusta potrà fungere da monito perché queste tragedie non si ripetano.
 
Il Presidente della Repubblica, nel discorso di fine anno, ha ricordato che ogni anno muoiono sulle strade circa 6.300 persone.
L’anno scorso Aldo è stata una di queste vittime e l’avvicinarsi dell’udienza, oltre al senso di vuoto, ci lascia il rammarico dell’inutilità della nostra tragedia”.
 
 
 
 

Rios Pub
Mc Donald’s
Tari
Da Vinci
Centro Studi GoPrinz
La tua pubblicità su Fiumicino Online