L’aula polifunzionale della Casa della Partecipazione di Maccarese è stato il teatro di questa celebrazione
Una storia tragica del territorio sconosciuta ai più. È quella svelata nel corso della Giornata della Memoria attraverso l’evento “La memoria e la storia dietro casa“, organizzato dalla sezione Anpi di Fiumicino “Lidia De Angelis – Salvo D’Acquisto” e che ha avviato la Campagna per il Tesseramento 2022 (anpifiumicino@gmail.com).
L’aula polifunzionale della Casa della Partecipazione di Maccarese è stato il teatro di questa celebrazione che ha ricordato alcuni eventi che colpirono il territorio di Fiumicino e la terribile vicenda degli IMI (Internati Militari Italiani) nei tragici anni della barbarie nazifascista.
In un ripercorrere appassionato della storia di quegli anni, la professoressa Antonella Maucioni ha infatti raccontato la storia di tre ragazzi ammazzati nella strage di Palidoro del 1943. Una storia con la “s” minuscola perché lontana dai fatti più noti e conosciuta a pochi, e tuttavia importantissima. Una vicenda umana, storica e politica che si intreccia con le tante storie di donne e uomini, che sono state vittime e al tempo stesso hanno lottato e resistito alle leggi razziali, la persecuzione fascista di cittadini italiani ebrei e non, che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte. Coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita, hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.
Il 1 ottobre 1943 alla Torre di Palidoro vennero trucidati i tre giovani:
Renato Posata, 17 anni di Civitavecchia , studente; Pietro Fumaroli, 24 anni di Ladispoli , sergente dell’esercito; Giuseppe Canu , 25 anni di Ittiri ( SS), soldato aviere in servizio a Furbara.
“Il 23 settembre del 1943 – il racconto della professoressa – questi tre ragazzi erano stati rastrellati dai nazisti, insieme a molti altri, nella vicina Ladispoli per essere adibiti allo scavo di trincee, camminamenti nella spiaggia e alla costruzione di strutture difensive. Trentacinque di loro vennero condotti a piedi a Palidoro e da qui, il 25 settembre , una squadra di tredici uomini , a cui appartenevano anche Canu, Fumaroli e Posata , fu trasferita vicino al mare, presso la Torre dove qualche giorno prima era stato fucilato Salvo D’Acquisto. Nella notte tra il 30 settembre e il 1 ottobre tre componenti di questa squadra, mentre i compagni erano immersi nel sonno, col favore delle tenebre si diedero alla fuga. Il mattino dopo, alla scoperta della fuga , scattò la feroce rappresaglia tedesca : il maresciallo fece schierare gli italiani ed ordinò il macabro rituale del sorteggio con i fiammiferi. L’estrazione fu sfavorevole per Fumaroli, Canu e Posata che vennero trucidati”.
La strage di Palidoro è una delle tante in cui, all’indomani dell’armistizio dell’8 settembre del 1943, vennero uccisi civili inermi. Nell’arco cronologico che va dal luglio 1943 al maggio 1945 le stragi perpetrate nel nostro Paese dai nazifascisti sono state circa 5550 e le vittime furono oltre 23000 di cui oltre 1500 bambini e ragazzi.
Alla storia di questi 3 ragazzi, Hilda Girardet, figlia del pastore evangelico Giorgio Girardet, aggiunge la voce del padre, che testimonia quegli anni attraverso i suoi preziosi diari. Giovane sottotenente valdese e pastore Giorgio Girardert venne fatto prigioniero dopo l’8 settembre e deportato nei lager della Germania nazista per il rifiuto di continuare la guerra a fianco dei tedeschi e dei repubblichini di Salò. Girardet nei suoi scritti dice: “Ho considerato queste masse di deportati:
sono stato uno di loro, ho ascoltato le loro conversazioni, i loro desideri, i sogni per l’avvenire…Trascinati gli avvenimenti li subivano, come canne al vento…”.
La lettura di questi diari, raccolti da Hilda nel libro “Canne al vento”, fa emergere la comunanza con gli altri prigionieri. Un uomo tra gli uomini, con le sue paure, frustrazioni, il suo cercare di sopravvivere in un circostanze al limite. Al tempo stesso mette in luce la sua vocazione di pastore, mantenere alta la speranza, lavorare sulla resilienza ed il senso di comunità.
L ‘assessore alle Scuola del Comune di Fiumicino, Paolo Calicchio, ha raccontato del progetto che cura a nome dell’amministrazione e in collaborazione con l’ Aned. Sono 9 anni, che coinvolgendo molti studenti delle scuole, tratta un tema specifico con diversi momenti (incontri con esperti, letture, film etc.) con avvio del progetto proprio lo scorso 27 gennaio. La riflessione e le attività vanno avanti diversi mesi e si concludono con un viaggio sui luoghi della Memoria, probabilmente quest’anno tra maggio e giugno. L’argomento nel 2022 è “L’ arte e la creatività”! e i luoghi della memoria scelti per concludere il progetto saranno Marzabotto, Fossoli – Carpi/casa Cervi a Gattatico.
Celebrare il 27 gennaio significa celebrare la storia e le persone che la hanno vissuta, il valore della resistenza, che oggi più che mai, con la recrudescenza di nuovi fascismi ci chiama a non dimenticare, e ad agire i principi della nostra Costituzione.