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Centrale biogas a Maccarese?

Rifiuti Zero Fiumicino:”I profitti di pochi non valgono più della nostra salute e dell’ambiente in cui viviamo”


Abbiamo ricevuto dal Comitato Rifiuti Zero Fiumicino e pubblichiamo.
“La centrale biogas a Maccarese è quello che il nostro Comune e AMA vorrebbero realizzare – afferma il Comitato Rifiuti Zero Fiumicino – sarebbe un impianto capace di trattare ben 125.000 t/a di FORSU (frazione organica rifiuti solidi urbani) di Roma e, sembra, di Fiumicino”.

“Sostengono che dal trattamento anaerobico (processo svolto in assenza di ossigeno) verrebbero ricavati energia e compost – ribadisce il Comitato – ce lo presenteranno probabilmente come un impianto di ultimissima generazione, sicuro, senza emissioni tossiche, capace di produrre energia verde e compost. Un vero affare”.
 
“Il primo dubbio che ci viene – sostengono – è che se fosse vero tutto quello che ci viene detto sui biodigestori, perché il Comune farebbe tutto alla chetichella, di nascosto, senza rendere noto il progetto sottraendolo all’esame e alla valutazione della cittadinanza che poi negli anni a venire dovrà fare i conti, sotto ogni punto di vista (ambientale, sanitario, consumo di suolo pregiato) con questo nuovo impianto industriale?”.
 
Cerchiamo di capire di cosa si tratta spiega il Comitato Rifiuti Zero Fiumicino “Premettiamo che ad oggi, nonostante le ripetute richieste di accesso agli atti inoltrate tramite il nostro legale al Comune di Fiumicino, ancora non abbiamo potuto prendere visione del progetto definitivo di AMA in attesa di VIA ‘valutazione di impatto ambientale’ presso la Regione Lazio. Non siamo tecnici e non riteniamo sia necessario esserlo per capire che certe cose ci danneggiano, ci siamo comunque rivolti a medici e scienziati per farci spiegare alcune cose che di seguito, con le nostre semplici parole di cittadini, vi riferiamo.
Le centrali a biogas, chiamate anche biodigestori o digestori anaerobici, sono impianti che dal trattamento di materiale organico con l’utilizzo di batteri specializzati lo trasformano parte in metano e parte in digestato. Il metano a sua volta viene utilizzato per alimentare un motore che lo trasforma in energia; il digestato, invece, viene ulteriormente trattato in maniera aerobica (ossia in presenza di ossigeno) e diventa ammendante compostato. Per far si che il materiale organico fermenti e si trasformi nel modo sopra descritto vengono introdotte nel digestore sostanze chimiche che eliminano tutti i batteri che ostacolerebbero questa trasformazione. Questi agenti ovviamente non si dissolvono ma restano lì sino alla fine del processo e si ritrovano nel digestato. Le centrali a biogas, al pari di quelle a biomassa (ossia alimentate bruciando da quantità enormi di derrate alimentari coltivate ad hoc) usufruiscono dei Certificati Verdi (soldi nostri) e godono di una tariffa speciale (nel senso di maggiore) per ogni kw prodotto che viene venduto al gestore del servizio. In poche parole AMA, nel caso specifico dell’impianto di via dell’Olmazzetto; ma vale chiaramente per qualsiasi altro imprenditore, guadagnerà dal conferimento della FORSU (il costo è mediamente di 100 euro/t), guadagnerà dalla vendita dell’energia, guadagnerà dei premi in caso di maggiore percentuale di abbattimento delle emissioni (quelle che ci dicono non esistere), guadagnerà dalla vendita dell’ammendante digestato che verrà spacciato per compost di qualità grazie al decreto legge 22.06.2012 n. 83 art. 52 c.2 bis, che lo sottrae alla classificazione di rifiuto”.
 
“A Maccarese esistono già due impianti a biogas di proprietà della Società Maccarese. Voci parlano insistentemente, oltre che della centrale di via Olmazzetto, di un altro impianto su viale di Porto per il quale sarebbe stata già richiesta autorizzazione. Dell’impatto che gli impianti già esistenti stanno producendo sui suoli, nelle falde acquifere, nell’aria, sulla salute, non si sa nulla. Sembra quasi che quando si ha a che fare con qualcosa che nel proprio nome ha il prefisso ‘bio’ tutto sia salubre e benefico. Ma gli odori che sempre più spesso si spargono nell’aria testimoniano che qualche ‘regalo’ questi impianti ce lo stanno facendo. Le emissioni odorigene si percepiscono distintamente fino a Torrimpietra e ad Aranova. Come sarà l’aria veramente? Puzza soltanto, il che è già un bel problema, o nasconde di peggio? A noi cittadini e al nostro territorio cosa rimarrà? Abbiamo parlato con medici e studiosi del settore che, confermando le nostre ipotesi, ci hanno detto che le sostanze presenti nel digestato (quello che dovrebbe essere utilizzato sui campi) e nei gas emessi nell’aria (sia quelli in uscita dal digestore durante la fermentazione che quelli prodotti al momento della combustione del metano per trasformarlo in energia) sono dannosi alla salute e cancerogeni. Il digestato agirà negativamente sulla nostra salute mediante la catena alimentare: sparso sui campi viene assimilato dalle piante, da queste passa agli animali e a noi. Recenti studi medici condotti in Europa (Germania e Olanda) ed in Italia mettono in relazione l’aumento di alcune patologie nei residenti delle regioni dove sono presenti questo tipo di impianti. I gas, sottoforma di polveri sottili e nano particelle, vengono respirati senza avere possibilità di filtrarli in alcun modo. Tutto questo avrà dei forti costi sociali, quelli che non vengono mai presi in considerazione. Quando ci si ammala, a prescindere dalla gravità della patologia, oltre che un danno fisico e psichico, si subisce un danno economico, quando si rendono improduttivi i campi si genera un danno all’ambiente e all’economia agricola connessa, quando si deturpa e distrugge un paesaggio compromettendo il turismo collegato si creano danni economici enormi. Fiumicino potrebbe vivere di una economia fiorente legata all’agricoltura alla zootecnia di qualità, alle ricchezze archeologiche, paesaggistiche e al turismo.
Chi verrà più a Fregene, la Perla del Tirreno, se diventerà il centro del nuovo Polo Industriale dei Rifiuti e dell’Energia della Capitale? E le oasi del WWF? E la Riserva del Litorale? Che fine faranno?
Abbiamo ricchezze di immenso valore da difendere. I profitti di pochi non valgono più della nostra salute e dell’ambiente in cui viviamo. Noi non ci stiamo!” ha concluso il Comitato Rifiuti Zero Fiumicino.
 
 
 

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