“Senza un sostegno si rischia un effetto domino: chiusura delle attività, emorragia occupazionale e default per le casse comunali”
di Dario Nottola
Stop ad Imu e Tari per i mesi di marzo, aprile e maggio ed abbattimento del 50 per cento per gli anni 2020 e 2021. Sospensione della tassa sul suolo pubblico. Parte del fondo straordinario per le emergenze da destinare alle attività di ristorazione chiuse.
Sono alcune delle richieste contenute in una lettera che oggi circa un centinaio di ristoratori di tutte le località di Fiumicino hanno inviato al sindaco Esterino Montino.
“La ristorazione e l’attività balneare – spiegano lo chef stellato Gianfranco Pascucci e Massimiliano Mazzuca, a nome delle associazioni Lungomare di Fiumicino e Periferia Iodata – sono un traino fondamentale per l’economia comunale. Senza un sostegno si rischia un effetto domino: chiusura delle attività, emorragia occupazionale e default per le casse comunali che verrebbero private di uno dei maggiori introiti fiscali”.
“Per questo chiediamo soluzioni semplici ma efficaci per combattere la crisi: sfruttamento delle superfici, anche aumento dove possibile, senza pagamento del canone per tutto il 2020. Budget per luminarie e manifestazioni in programma per dare manforte alle attività chiuse che devono pagare un affitto. Interlocuzione da parte del Comune con le banche del territorio per agevolare i processi burocratici per l’accesso al credito e ai fondi regionali e governativi. Promozione delle attività del territorio, anche nel corner aeroportuale. Stop al pagamento di Tari e Imu per i mesi di marzo, aprile e maggio e abbattimento del 50 per cento per gli anni 2020 e 2021. Parte del fondo straordinario per le emergenze da destinare alle attività di ristorazione chiuse”.
“Si tratta di proposte assolutamente fattibili che potrebbero sostenere un comparto che oggi non solo dà lustro a Fiumicino a livello nazionale, ma che svolge un importante ruolo sociale, creando occupazione ed economia soprattutto per le casse comunali. Uccidere la ristorazione e il turismo di Fiumicino significherebbe uccidere la città e privarla di uno dei suoi settori maggiormente produttivi”.