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Fiumicino, con un finanziamento regionale riprenderà la rimozione dei relitti lungo la Fossa Traianea

In arrivo 159mila euro per rimuovere tre barche affondate davanti ai resti del ponte di Matidia

 

di Umberto Serenelli

 

 

Riflettori puntati sulla rimozione dei relitti di imbarcazioni affondate nel tratto di fiume tra Capo due Rami e il ponte “2 Giugno” a Fiumicino. A tal proposito la Giunta comunale ha chiesto alla Regione un finanziamento di 159mila euro con cui procedere alla bonifica fluviale in prossimità dei resti del ponte romano di Matidia.

 

Da una prima stima il Comune punta a “prelevare” dal fondale, i tre natanti colati a picco nel tempo, con il chiaro intento di restituire sicurezza alle sponde dove operano diversi cantieri nautici e soprattutto tutelare la navigazione fluviale. Questo grazie al finanziamento regionale che riguarda la promozione e lo sviluppo della Blue economy, rivolta ai 24 comuni costieri, per i quali sono a disposizione 2.5 milioni di euro.

 

 

In base al censimento, fatto diversi anni fa dalla Capitaneria di Porto, erano 22 le imbarcazioni, dai 7 ai 17 metri, semisommerse o abbandonate lungo le golene. Con un primo stanziamento regionale di 150mila euro fu possibile iniziare le operazioni di risanamento ambientale delle sponde da cui furono prelevati i resti di 5 scafi. Negli anni successivi arrivarono i fondi della Città Metropolitana che permise la bonifica di altre carcasse.

 

 

Tutto ciò per cercare di tutelare l’ecosistema fluviale sotto il profilo ambientale e soprattutto turistico, visto che durante l’estate diversi barconi provenienti dalla Capitale, con a bordo soprattutto stranieri, raggiungono la foce. Anche la Pro Loco di Fiumicino organizza gite sul Tevere sfruttando la stazione fluviale di Portus, utilizzata a suo tempo dall’Archeobus.

 

Per consentire di fruire delle bellezze naturali del tratto di fiume è fondamentale la sicurezza e dopo il recente smantellamento della nave da crociera “Franca Real” si sono fatti grossi passi avanti. Nella lunga lista delle carcasse ci sono ancora 15 barche abbandonate e queste creano problemi per la navigazione soprattutto durante le piene invernali. Proprio queste costituiscono un ostacolo più volte fatto presente dai lupi di mare e dai proprietari dei cantieri nautici i quali temono che uno o più gusci possano essere sradicati dagli ormeggi e spinti al centro dell’alveo sino a creare una pericolosa diga: ciò potrebbe arrivare a impedire il regolare deflusso.

 

 

Altri, invece, segnalano la pericolosità del distacco di parte degli scafi, che in alcune circostanze sono stati trascinati dalla corrente contro alcuni pescherecci ormeggiati alla foce. Altrettanto preoccupante è anche l’assenza della bonifica delle golene che sono completamente ricoperte di vegetazione e dove sono state abbandonate scocche di battelli.

 

 

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