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Fiumicino: il dramma senza fine di una bambina di 5 anni

Ad occuparsi di lei la nonna che, con le lacrime agli occhi, lancia il suo appello


di Gianluca Zanella

La piccola è una bellissima bambina bionda, che compirà 5 anni il prossimo 26 aprile. E’ nata con parto cesareo venti minuti dopo il decesso della mamma nella sala parto, all’ospedale, nel 2011. Le è mancato l’ossigeno al cervello e oggi, nonostante sia una bimba intelligente e solare, ha bisogno di assistenza continua, perché non è autonoma in nulla. Ad occuparsi di lei la nonna paterna, che, con le lacrime agli occhi, lancia il suo appello: “La bambina è in cura al Bambin Gesù di Palidoro – ci racconta la donna – per questo ci siamo trasferite qui dalla Campania. In casa siamo io, lei e la sorella di tredici anni. La mamma è morta e il padre non ha più la custodia dei figli. Io ho dovuto lasciare il lavoro per stare dietro a mia nipote; il comune ci passa 450 euro al mese, che non arrivano mai puntuali, e io ne pago 600 di affitto. È una situazione disperata”.
 
Colpisce la dignità con cui la nonna ci racconta la sua storia, ma il vero problema non è la disabilità lela piccola, con cui ormai la nonna ha dovuto imparare a convivere, quanto piuttosto il fatto che la bambina non può andare a scuola. Mentre parliamo, siamo proprio di fronte alla scuola materna di Palidoro. “Il problema – ci spiega la nonna – non è della scuola, anzi, ci tengo a precisare che la preside e le maestre sono delle persone magnifiche. Il problema è della Asl, che è sorda alle nostre richieste di aiuto e ci ignora. Quando chiamo al telefono si passano la palla e alla fine non ottengo nessuna risposta. Il comune di Fiumicino poi ci mette il carico da novanta. Ho ricevuto risposte disarmanti da alcuni suoi rappresentanti quando mi sono rivolta a loro per un aiuto, come può essere il pulmino per portare la bambina a scuola” .

La bambina non va a scuola da Natale 2015. Gli infermieri che dovevano assisterla non potevano trattenersi oltre le 11.30 e tutti gli spostamenti erano a carico della nonna, che deve occuparsi anche di un’altra nipote alle soglie dell’adolescenza. Quello della piccola e di sua nonna è uno di quei drammi che capitano sempre agli altri; episodi lontani dalla nostra sensibilità, cose che non ci colpiscono se non quando accadono a una persona a noi vicina. Ma la bambina ha diritto di vivere, così come ce l’ha sua nonna, che non può essere lasciata sola dalle istituzioni, soprattutto quando ci si trova in comune come il nostro, che dovrebbe essere come un’unica, grande famiglia, al di là delle vuote retoriche e delle belle parole di circostanza.

Lasciamo la signora con la speranza di incontrarla la prossima volta con il sorriso sulle labbra e gli occhi asciutti, magari di fronte casa, mentre aspetta il pullmino della scuola che le riporta la sua nipotina.
 
 
 
 
 

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