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Fiumicino: oggi la commemorazione di G. B. Grassi

La città mantiene vivo il ricordo dello scienziato che inchiodò le zanzare anofele


Oggi, sabato 7 maggio, l’Assessore alla Cultura del Comune di Fiumicino, Arcangela Galluzzo ed il Presidente della Pro Loco di Fiumicino Pino Larango, hanno deposto un omaggio floreale sulla tomba di Giovanni Battista Grassi, presso il cimitero di via Portuense, in occasione della ricorrenza della sua scomparsa, avvenuta il 4 maggio 1925.

“Momenti come questo sono doverosi per noi dell’Amministrazione comunale, perchè non si deve mai dimenticare la storia da dove si è partiti – ha dichiarato Arcangela Galluzzo – dobbiamo mantenete sempre viva la memoria di Giovanni Battista Grassi, un uomo che ha fatto debellare la malaria e che ha chiesto, dopo la sua morte, di poter restare per sempre qui a Fiumicino”.

“La figura del grande biologo è particolarmente legata alla nostra Città – ha dichiarato Pino Larango – in quanto nella sua attività lavorativa, Grassi ebbe ad avere rapporti affettivi con la cittadinanza, con particolare riguardo ai bambini. Il suo affetto si concretizzò, oltre che con l’intrapresa profilassi antimalarica a beneficio di tutti, anche con l’espresso desiderio di rimanere a Fiumicino anche dopo la sua morte. E’ così che, esaudito il suo desiderio testamentario, Grassi riposa oggi qui a Fiumicino”.

GIOVANNI BATTISTA GRASSI, lo scienziato di Rovellasca che inchiodò le zanzare anofele. Dopo la grande scoperta, Giovanni Battista Grassi, che amava definirsi il detective della malaria, si gettò a capofitto nell’attività di prevenzione e cura. Fece i primi esperimenti nella Piana di Capaccio (Salerno) e ad Olevano (Mortara). Poi si dedicò anima e corpo alla popolazione di Fiumicino, letteralmente infestata dalle zanzare anofele. Nel 1918 la nostra zona era abitata da 700 persone dedite a pesca e pastorizia, alle quali si aggiungevano 200 nomadi che lavoravano come aratori e mietitori. Tra giugno e ottobre di quell’anno furono accertati 506 casi di malaria. Il benefattore comasco adottò contromisure ad ampio raggio. Si battè per abolire le capanne, dove più facilmente si annidavano le zanzare. Tentò di sradicare l’abitudine di fare alloggiare nelle stalle chi lavorava i campi. Insistette perché fossero applicate reticelle protettive a tutte le aperture delle abitazioni. Andò in ogni casa a distribuire personalmente cioccolatini al chinino ai bambini. E resto, fino alla sua morte molto vicino a tutti i cittadini, chiedendo nel suo testamento, di poter restare qui con noi anche dopo la sua morte.
 
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