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Frena il progetto della nuova provincia “Porta d’Italia”

Duro colpo per i Comuni interessati da cui si sfila anche quello di Civitavecchia

 

di Umberto Serenelli

 

È dietrofront del comune di Civitavecchia sull’istituzione della nuova provincia “Porta d’Italia”. Perde dunque pezzi quello che sulla carta doveva essere il sesto ente locale del Lazio, formato da circa nove comuni costieri allineati nel tratto di litorale tra Fiumicino e Civitavecchia.

 

Vano il tentativo in extremis, con una lettera indirizzata al primo cittadino di Civitavecchia, di impedire che si sfilasse dall’accordo già votato dal consiglio comunale lo scorso aprile e in sintonia con le decisioni delle assemblee di Fiumicino, Ladispoli, Santa Marinella, Tolfa e Cerveteri. Con 16 voti favorevoli, 6 contrari e un astenuto, il consiglio di Civitavecchia ha deciso la “revocare” la delibera 42/2024 con all’oggetto “Istituzione della provincia Porta d’Italia”.

 

Pesa come un macigno il recente cambio di governo nella città portuale che prima era amministrata dal centro-destra e ora lo scettro è passato alla maggioranza giallorossa a guida Pd. In sintesi diventa difficile il percorso dei secessionisti che si sono praticamente visti dimezzare le ambizioni di quella che qualcuno ha battezzato la “provincia del mare”.

 

Il duro colpo arriva proprio da Civitavecchia e a sferrarlo è il sindaco Piendibene il quale sottolinea che l’istituzione del nuovo ente interessava “soprattutto Mario Baccini e Pietro Tidei, rispettivamente primi cittadini di Fiumicino e Santa Marinella”.

 

Poi menziona la lettera. “Il sindaco Landi firma la lettera anche se in realtà il suo consiglio ancora non si è espresso – aggiunge Piendibene, spostando poi l’attenzione sull’ex Ministro della Funzione pubblica nel governo Berlusconi – Il sindaco Baccini parla di pari dignità e di rispetto tra amministrazioni interessate. Ma non dice che lo statuto prevede che il capoluogo venga assunto dal Comune con più abitanti, quindi la sua Fiumicino. Parla di rispetto ma non dice che nella sua Fiumicino sta nascendo un porto turistico-crocieristico che toglierà lavoro a quello di Civitavecchia. Quindi che si fa? Da una parte si dice di stare insieme e dall’altra si danneggia l’economia di un’altra città della nuova provincia?”.

 

Il centro-destra di Civitavecchia è convinto che si perda una grossa opportunità per rilanciare il litorale sfruttando i vantaggi legati al porto e all’aeroporto. “La decisione è chiaramente politica – precisa Massimiliano Grasso di Fratelli d’Italia – quindi si abbia il coraggio di dirlo che è un ordine di scuderia del Pd. Mi sembra strana la velocità con la quale viene presa questa decisione. Civitavecchia rischia di restare isolata, proprio laddove Piendibene ha più volte detto quanto sia importante fare sinergia con i Comuni limitrofi”.

 

La delusione è forte tra i Comuni “autonomisti” che ora dovranno stabilire se proseguire oppure gettare la spugna e far naufragare l’ambizioso progetto. Intanto, il sindaco Baccini, tra i promotori del distacco, prende tempo. Canta, invece, vittoria anche il capogruppo dem del comune di Fiumicino, Ezio Di Genesio Pagliuca, che aveva espresso perplessità sulla nuova provincia e annunciato che Civitavecchia a guida Pd sarebbe uscita dal progetto.

 

 

“L’approvazione da parte del consiglio di Civitavecchia della delibera che cancella l’adesione alla nuova provincia mette finalmente la pietra tombale su un progetto scellerato che avrebbe avuto ripercussioni nefaste su un importantissimo quadrante della nostra Regione”, sottolinea la consigliera regionale del Pd, Michela Califano.

 

 

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