Gennaro Del Prete: “È inconcepibile che la pesca debba alzare la voce contro l’immobilismo dell’Autorità portuale”
di Umberto Serenelli
È stato accolto con un pizzico di scetticismo dagli operatori il via all’escavo del porto-canale di Fiumicino. Altri invece hanno manifestato rabbia perché l’asticella viene spostata ad ottobre e quindi ancora in avanti rispetto al trascorso periodo estivo.
L’inizio degli interventi è stato ufficializzato dal presidente dell’Autorità di sistema portuale dopo l’ennesimo grido di allarme lanciato dalla pesca per mezzo di Fiumicino Online (Clicca qui).
“Comprendiamo le esigenze e le istanze dei pescatori – precisa Pino Musolino – Le procedure sono in itinere e abbiamo già ottenuto, il 24 giugno scorso, l’autorizzazione regionale per poter eseguire i lavori. I fanghi dei dragaggi verranno conferiti nella vasca di colmata che stiamo ampliando. Con molta probabilità entro ottobre completeremo i dragaggi manutentivi del porto-canale. Le procedure per realizzare l’escavo sono complesse e lunghe e quindi ci siamo attivati già in giugno”.
Gli operatori del porto, compresi l’armatore dei rimorchiatori e gli skipper delle barche a vela ormeggiate in darsena, fanno prevale il beneficio del dubbio sui tempi dopo alcune esperienze maturate negli anni passati. Il ricordo va all’ultima “romanella” del fondale che risale a circa 5 anni fa mentre per parlare di un vero e proprio escavo si deve risalire a circa 15 anni.
Le lamentele della categoria, circa il basso fondale, vanno avanti da alcuni anni e l’Autorità si è sempre limitata alle operazioni di “riprofilatura del fondale” con una pesante “putrella” in ferro, munita di ganci, trainata da un mezzo navale. Durante il livellamento del fondo sono stati “pescati”: scocche di biciclette, carrelli del supermercato, reti, funi di acciaio e copertoni che sono micidiali per le eliche e gli scafi della flotta più numerosa a livello laziale.
“È inconcepibile che la pesca debba alzare la voce contro l’immobilismo dell’Autorità portuale – precisa Gennaro Del Prete, presidente della coop Pesca Romana – per arrivare a denunciare la mancanza di sicurezza all’interno della Fossa Traianea. Ci fosse una volta che ricordino i loro compiti d’istituto. Sappiamo per esperienza che l’iter per arrivare all’escavo è lungo: perché allora non si riescono a valutare prima i tempi necessari per tutelare la sicurezza dei portuali? Ieri mattina alcuni operatori si sono recati alla sede dell’Autorità, in piazzale Molinari, ma non hanno potuto accedere ai locali perché chiusi: con questi signori non riusciamo neppure a parlare e quindi è difficile dialogare”.
C’è chi dice che sono “impegnati a fare bello il porto di Civitavecchia e quindi trascurano le tante problematiche di Fiumicino”. Il riferimento è ai lavori mai iniziati su alcuni tratti di banchina sprofondati che oggi sono transennati. Il problema dei danni agli scafi quindi proseguirà anche i prossimi mesi e gli armatori continueranno a cacciare soldi per far intervenire i sommozzatori e a perdere giornate di lavoro.
Sulla vicenda escavo è intervenuto l’assessore all’Ambiente, Stefano Costa, il quale ha sottolineato la volontà di collaborare strettamente con il Presidente dell’Autorità di sistema Portuale del Mar Tirreno Centro Settentrionale, Pino Musolino. “Vigileremo affinché ogni fase del progetto si svolga nel migliore dei modi per tutelare i pescatori e la comunità locale. Ringrazio il Presidente Musolino per l’interesse dimostrato nei confronti del nostro territorio”.