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Igiene urbana: il bluff del nuovo servizio

Rifiuti Zero:”A Fiumicino le normative europee ed italiane non valgono”


Abbiamo ricevuto dal Comitato Rifiuti Zero Fiumicino e Passoscuro e pubblichiamo. “Non c’è altro modo per commentare al termine della lettura delle poche carte che ci sono state consegnate dopo varie richieste, carte relative al progetto proposto dall’ATI GESENU/PAOLETTI/CNS che si è aggiudicata il nuovo servizio di igiene pubblica a Fiumicino per i prossimi 7 Anni. Fiumicino arriverà al 55% di raccolta differenziata solo al termine del contratto, lasciando ancora alla raccolta stradale varie aree e località del Comune. Ricordiamo, se ancora ce ne fosse bisogno che l’obbligo del 65% di raccolta differenziata è relativo alla fine di quest’anno, al 2012 e noi non ci arriveremo nemmeno alla fine del 2018! Ricordiamo che l’intero servizio costa alla Cittadinanza 13.000.000 di Euro l’anno tra costi da sostenere verso l’ATI e costi di conferimento in discarica. Ma andiamo per ordine; innanzi tutto non riusciamo a capire se i volumi di produzione dei rifiuti reali sono quelli citati nel bando e se questi dati sono già stati depurati di quelli relativi all’Aeroporto, che dal 2012 in avanti procederà autonomamente; questo lo riferiamo ai fini del dimensionamento economico del servizio (poco meno di 7.500.000 di Euro l’anno per 7 anni).Il progetto
presentato dall’ATI fa leva su 3 isole ecologiche ad oggi inesistenti: quelle di Fiumicino‐Pesce Luna (dove era possibile conferire diverse tipologie di materiali) e quella di Fregene in via Cesenatico (dove il conferimento era limitato a pochi tipi di materiali) sono state chiuse perché non a norma, quella di Passoscuro risulta chiusa già alla data del bando di gara. Inoltre i dati citati nel piano, ad una prima analisi, sembrano essere non rispondenti alla situazione reale, ad esempio il censimento di case e condomini è parziale, nel caso di Aranova a è associato un solo Condominio.
Riteniamo che le frequenze di ritiro porta a porta in particolare dell’umido siano insufficienti; solo 2 volte a settimana, il giusto numero per far fallire la sperimentazione; non è previsto lo sviluppo di Ecocentri sul territorio oltre ai 3 sopra citati e di cui abbiamo già descritto lo stato, quando invece una loro capillare distribuzione sul territorio è base fondamentale per la differenziata (lo dice anche il vincitore del bando). Non riteniamo possibile che Testa di Lepre, Tragliata, Tragliatella, Palidoro, Vignole, una zona di Isola Sacra e Aranova, rimangano ancorate alla raccolta stradale ed ai cassonetti. Come non riteniamo possibile che il costo del conferimento in discarica rimanga per tutti i 7 anni invariato a 4.275.000 Euro, come se nemmeno con l’ipotetico 55% non si riducesse il volume del conferito; e non riteniamo possibile che il costo del servizio non sia rinegoziabile nemmeno una volta nei 7 anni, e che quindi tutta l’efficienza indotta dall’esperienza vada a favore dell’ATI.
Vorremmo poi anche sapere dove andranno a finire i soldi che entreranno nelle casse comunali a fronte del secco differenziato inviato ai consorzi di Riciclo. Come vorremmo anche sapere se il ruolo della Società FITALS è solo esemplificativo oppure è già previsto a livello contrattuale. Riteniamo fantascientifico non arrivare al 65% in 7 anni, parlando di un comune di 72.000 anime. Ridicolo e illegale. In verità questo bando non serve a fare la raccolta differenziata, (serviva forse, visto che è stato redatto nel 2009); Canapini sperava e forse spera ancora in una discarica ed un inceneritore sul suo (ancora per poco) territorio per nascondere il pattume sotto il tappeto, dove il tappeto è la cittadinanza che pretende di addomesticare.
Crediamo sia possibile raggiungere in 12‐15 mesi la copertura totale delle località del comune arrivando almeno al 65%, e questo a regime produrrà un risparmio annuo consistente derivante sia dal mancato conferimento in discarica del residuo indifferenziato, sia dalla vendita del secco differenziato ai Consorzi di Riciclo, il tutto quantificabile a livello macro in un minor esborso di oltre 2.000.000 di Euro all’anno. Siamo pronti a dimostrare ai nostri amministratori questi numeri, senza nessuna presunzione e sapendo che la mancanza di dati certi induce una certa approssimazione. Nell’attesa di un serio piano di diffusione della raccolta differenziata Porta a Porta chiediamo all’Amministrazione di ripristinare immediatamente le 3 isole ecologiche, quanto meno per evitare che nel territorio nascano come funghi nuove minidiscariche abusive”.
 
 
 

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