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Inaugurazione nuova area imbarco A. Montino: “Fiumicino sente un legame fortissimo con l’aeroporto”

“Delle 40 mila persone che lavorano qui, un’altissima percentuale vive nella nostra città”


“Signor Presidente, come sindaco di Fiumicino è un onore, per me, oggi, darle il benvenuto e portarle il saluto affettuoso della città. Saluto il Ministro Giovannini, la cui presenza è particolarmente significativa. Saluto il sindaco Gualtieri e il presidente Zingaretti che qui sono di casa e il presidente di Enac. Saluto tutte le autorità presenti. E ringrazio Adr per l’invito a questa giornataha dichiarato il Sindaco di Fiumicino, nel suo intervento, all’inaugurazione della nuova area di imbaco dell’aeroporto di Fiumicino.
 
“Una giornata – prosegue – che conferma quanto l’Aeroporto Leonardo Da Vinci sia un hub di eccellente qualità, testimoniata da diversi premi internazionali. Un orgoglio cittadino al quale, per le nostre competenze, abbiamo anche noi un piccolo contribuito.
 
Un’eccellenza che ha il compito di mantenere un necessario equilibrio tra sviluppo e tutela del territorio. L’intero Paese è impegnato in una complessa opera di rilancio basata sulla transizione ecologica. Un obiettivo necessario e indispensabile che raggiungeremo grazie a imponenti investimenti pubblici e, naturalmente, privati.
 
Fiumicino e i suoi abitanti, sentono un legame fortissimo con l’aeroporto. Delle 40 mila persone che lavorano qui, un’altissima percentuale vive nella nostra città. Attorno a questo hub gravitano le vite di moltissime famiglie e la vita di una consistente parte della comunità.
 
Questa è la più importante porta di ingresso, già è stato detto, del nostro Paese, in un territorio che svolge questo ruolo fin dall’antichità. Ricordiamoci che a pochi metri da qui abbiamo il grande porto degli imperatori.
 
Non può essere, quindi, solo un insieme di bellissimi e moderni edifici come questo, che naturalmente vanno apprezzati, direi straordinari. Ma deve essere un sistema sostenibile e integrato con infrastrutture importanti di mobilità su ferro, determinanti per accogliere nel modo migliore e più efficiente i 43 milioni di passeggeri pre pandemia e, realisticamente, i 50 milioni dell’anno del Giubileo e dell’Expo 2030. Oggi inauguriamo una nuova area d’imbarco: qui transiteranno milioni di viaggiatori e qui lavoreranno moltissime persone in più rispetto all’attuale organico. Questa è, a mio avviso, la direzione da seguire.
 
Una direzione che non può prescindere da due grandi temi che, come sindaco della città che ospita l’aeroporto, ho il dovere di sottolineare.
 
Signor Presidente, l’aeroporto di Fiumicino ha la massima concentrazione di lavoratori impiegati nello stesso luogo di tutto il Lazio: 40 mila. Ma ha anche il primato del lavoro precario. Parliamo delle migliaia di persone che lavorano nell’enorme indotto, nei servizi, nelle piccole realtà che gravitano attorno a questa azienda e nelle compagnie aeree. Abbiamo pagato un prezzo altissimo con la pandemia: ora è il momento di pensare ad un sistema che metta al centro le persone, i loro diritti, i loro sogni, la loro dignità, parola a lei tanto cara.
 
Il secondo tema riguarda il ruolo dell’Italia nell’aviazione civile: è stato accennato. Non abbiamo più una compagnia di bandiera e, diciamocelo chiaramente, Ita non la sostituirà. Abbiamo deciso di non stare più in questo settore, a differenza di altri grandi paesi europei: un vuoto che altri colmeranno, garantendo interessi che non sono quelli del nostro Paese. Non abbiamo cercato soluzioni né pubbliche, né private, né miste, per pensare al futuro, gettando al vento una storia lunga quanto la vita della nostra Repubblica. Lasciando morire Alitalia non abbiamo mandato a casa solo piloti, personale di volo e di terra. Ma abbiamo mandato a casa meccanici, ingegneri, manodopera altamente specializzata, professionalità di grande livello che le compagnie aeree di altri paesi ci invidiavano.
 
Le chiedo scusa, umilmente scusa, signor Presidente, se mi permetto di portare alla sua attenzione questi temi. Ma un sindaco che sta in trincea in una città di frontiera, dopo quello che è successo sotto i nostri occhi, non può ignorare che la ricchezza primaria di una società sono le donne e gli uomini che nelle strutture all’avanguardia lavorano e le rendono vive e vitali. Guai se non cogliessi questa occasione per porre alla più alta carica dello Stato temi così cruciali.
 
Chiudo rinnovandovi il mio saluto e sono certo che tutti insieme lavoreremo nella direzione dello sviluppo sostenibile e della certezza del lavoro” ha concluso il Sindaco Esterino Montino.
 
 
 
 
 

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