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L’Associazione Libera a Fiumicino per parlare di mafia

Raffaele Megna lancia l’appello per creare un osservatorio per la legalità e l’antimafia sul territorio


di Valentina Fiordalice

“Fiumicino, i dintorni invisibili di mafia capitale”. Questo il titolo dell’assemblea pubblica organizzata lo scorso 11 novembre a Fiumicino, organizzata dal coordinamento romano dell’Associazione Libera. Un’occasione per discutere e approfondire con cittadini e associazioni locali del radicamento delle mafie sul territorio e capire quali possono essere gli sviluppi dell’inchiesta “Mafia Capitale”. All’incontro hanno partecipato Franco La Torre, figlio di Pio La Torre ed esponente di Libera, Gabriella Stramaccioni di Libera, Maurizio Quadrana, CGIL, Raffaele Megna, già delegato alla legalità di Fiumicino, Don Franco De Donno, presidente de L’Alternativa Onlus di Ostia e Marco Genovese di Libera Roma.
 
“E’ opportuno sottolineare che i fenomeni mafiosi non escludono nessun territorio, il pericolo a Fiumicino è altissimo. Per tale motivo – spiega Franco La Torre – è importante parlarne e porre l’attenzione su un argomento che è molto più di una ipotesi. La vicinanza con Roma e i fatti delittuosi che la interessano, le due amministrazioni vicine sciolte per Mafia, come Ostia e Nettuno, e la gola che può fare un territorio ‘ricco’ come Fiumicino, devono far pensare che ramificazioni sono presenti anche qui. E’ compito dei cittadini, delle associazioni puntare un faro. Bisogna prendere coscienza, studiare e riconoscere dove e come possono infiltrarsi situazioni delittuose per poi denunciarle. Solo in questo modo si può evitare che le associazioni mafiose estendano la loro opera su questo territorio. Ciò di cui a bisogno la mafia è l’indifferenza e ciò non si può permettere”. “Che su Roma non ci siano gli spargimenti di sangue o le faide non significa che quella sulla Capitale non sia una organizzazione mafiosa. Non è la mafia che uccide – conclude La Torre – questa è la mafia che fa affari”.
 
Importante anche il parere dell’ex delegato alla sicurezza e alla legalità sul territorio di Fiumicino Raffaele Megna, che nell’occasione ha lanciato l’idea di un osservatorio permanente contro la mafia.  
 
“Ci tengo a precisare – afferma Raffaele Megna – che non sono a conoscenza di episodi mafiosi sul nostro territorio o per opera di questa amministrazione. Altrimenti sarei andato per primo a denunciare. Le mie dimissioni sono dovute alle crescenti difficoltà allo svolgimento di questo ruolo e purtroppo a una sottovalutazione di alcuni esponenti su queste problematiche. Nei due anni in cui sono stato delegato – prosegue Megna – ho cercato di muovermi per accendere un faro e far salire l’attenzione sulla possibilità che anche Fiumicino potrebbe e potrà essere interessata dalla mafia. Siamo uno dei pochi comuni del Lazio che ha aderito ad Avviso Pubblico, siamo stati l’unica amministrazione a stipulare un protocollo e aprire un tavolo con i sindacati per la sicurezza e per stanare il lavoro nero. Tutto però, a mio parere, è rimasto lettera morta. Ciò non può accadere. Secondo me deve essere fatta un’azione ancora più incisiva poiché Fiumicino è un territorio molto appetibile. E’ giunto il momento che il tessuto civile e politico di questa città prenda consapevolezza che le organizzazioni mafiose esistono e sono un pericolo per tutti. Per tale motivo lancio un appello per creare un osservatorio permanente per la legalità e l’antimafia. Il mio grido è un grido di allarme. E’ arrivato il momento – conclude Megna – di fare fronte unico e capire quale realmente è il quadro che abbiamo davanti”.
 
 

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