Questa mattina, presso l’aula consiliare, l’evento organizzato dall’Associazione IURIS
di Fernanda De Nitto
Si è tenuta questa mattina, presso l’Aula Consiliare del Comune di Fiumicino, l’iniziativa avente come tematica “La formazione alla legalità come antidoto alla cultura mafiosa”.
L’evento, patrocinato dall’Amministrazione Comunale, è stato organizzato dall’Associazione IURIS “Vittime del dovere per il contrasto al crimine organizzato ed al terrorismo per la tutela della legalità e della sicurezza”.
Presenti alla mattinata di incontro e confronto gli studenti delle scuole medie del territorio, insieme con il Sindaco di Fiumicino, Mario Baccini: il Questore di Roma, Roberto Massucci, Don Antonio Coluccia, il Presidente dell’Associazione Iuris, Antonio Patitucci, l’Avv. Maria Rosaria Bruno, esperta di diritto di famiglia, l’Avv. Antonella Minieri, Presidente dell’Associazione MIDA, l’esperto di crimine organizzato, Antonio Tricoci, il Presidente del Consiglio Comunale, Roberto Severini ed il Comandante della Polizia Locale di Fiumicino, Daniela Carola. A moderare l’incontro la giornalista e scrittrice Claudia Conte.
L’evento nasce con l’obiettivo di approfondire, insieme con i giovani studenti delle scuole secondarie di primo grado, i principi fondamentali della Costituzione Italiana, in particolare dei primi dodici articoli, che costituiscono il fondamento del nostro ordinamento giuridico.
A coinvolgere gli studenti con il suo carisma il coraggioso sacerdote pugliese che si batte contro la mafia e contro la droga nella capitale, Don Antonio Coluccia. Il prete “armato” unicamente di rosario, fischietto e megafono porta in giro il messaggio di amore e di speranza tra i quartieri periferici di Roma, tra tutti coloro che nell’abbandono materiale e morale rischiano di perdersi.
Don Antonio ha parlato con chiarezza della realtà della droga e di quanto essa sia pericolosa e letale per i giovani, proponendo lo sport come risorsa di vita. Il suo pallone e il suo fischietto hanno attirato l’attenzione dei giovani studenti che hanno ascoltato con attenzione le parole del sacerdote relative al rispetto del territorio inteso come crescita personale nella legalità, la valorizzazione del bene comune e dell’uguaglianza e la cittadinanza definita come partecipazione.
Al termine del suo intervento il sacerdote ha letto un breve testo di Don Pino Puglisi, assassinato dalla mafia nel 1993 nel quartiere Brancaccio di Palermo, riguardante la fiducia riposta nei giovani per un cambiamento nella legalità.
“Ringraziamo tutti coloro che hanno collaborato all’organizzazione di questo evento dedicato alla legalità, che ha permesso alle nostre ragazze e ragazzi delle scuole medie di ricevere una formazione specifica in materia di contrasto ad ogni forma di illegalità e di illecito, approfondendo la tematica della cultura del rispetto contrapposta alla cultura mafiosa” ha affermato il Sindaco Mario Baccini.
“In una giornata molto triste per la Polizia di Stato, culminata con la camera ardente per l’agente Amar Kudin, morto nei giorni scorsi a Roma in uno scontro tra due volanti, dobbiamo ricordare l’esempio e i valori del poliziotto gentile per essere tutti noi testimoni e protagonisti nella legalità – ha dichiarato il Questore di Roma, Roberto Massucci, intervenendo all’incontro con i ragazzi delle scuole – Mi rivolgo a voi giovani studenti ricordandovi quanto sia fondamentale il comportamento nella lotta all’illegalità, il quale permette di differenziarsi da tutto ciò che costituisce sopraffazione e violenza. La parola chiave è rispetto, che nella sua etimologia significa guardarsi attorno, essere attenti nel cogliere le necessità e i bisogni di chi ci sta accanto. La Costituzione parla di cura di diritti e esercizio dei doveri che per i giovani si esplicano nel comportarsi bene, essere rispettosi e studiare con sacrificio ed impegno. Le grandi organizzazioni criminali arruolano quelle persone che non hanno fatto dei percorsi valoriali di cultura, che consentono esperienze straordinarie di unico valore”.
Il Questore Massucci ha congedato i presenti dando ai giovani il compito di costruirsi una simbolica cassetta degli attrezzi con tutti i valori, al fine di avere sempre le capacità di scegliere la strada giusta.