Previsti entro l’estate interventi di restauro diretti sui monumenti ma anche importanti operazioni di rimozione delle cause di degrado
La Necropoli di Porto, “gemma” nel cuore di Isola Sacra, si rifà il look ma non solo: mette in salvaguardia tutta la sua area di 2 ettari con le oltre 200 tombe visitabili e punta ad essere più conosciuta, accessibile e fruibile. Come? Grazie ad un importante progetto, in corso d’opera dall’aprile 2023 e che sarà terminato entro l’estate, di valorizzazione dell’area archeologica e di messa in sicurezza con un sistema innovativo anti allagamenti.
Cosa prevede? Innanzitutto, opere di messa in sicurezza e di restauro, a distanza di 25 anni dagli ultimi effettuati, su circa 30 edifici funerari monumentali delle 200 tombe (un altro centinaio quelle interrate) e sui relativi apparati decorativi (pitture, stucchi, mosaici, marmi); poi, nuove misure per migliorare la fruizione e l’accessibilità del sito, nell’ottica di incrementarne la valorizzazione e la conoscenza, anche con la previsione di installare nuovi pannelli informativi; ed ancora, per far fronte ad esigenze conservative del patrimonio, con un intervento a cura del Funzionario del Parco archeologico, il geometra Michele Orzano, il ripristino del pieno funzionamento del sistema di drenaggio “wellpoint”, dotato di circa 99 “punte” o meglio sensori, che consente di scongiurare gli allagamenti delle tombe in caso di innalzamento della falda acquifera.
Sono gli obiettivi al centro del rilevante progetto di restauro e valorizzazione messo in campo dal Parco archeologico di Ostia antica, guidato dal Direttore del Parco archeologico di Ostia antica, Alessandro D’Alessio, per la Necropoli di Porto, uno dei cinque siti archeologici del territorio di Fiumicino, accanto ai Porti imperiali di Claudio e Traiano, alla basilica di Sant’Ippolito, al Museo delle Navi ed alle cosiddette Terme di Matidia (di proprietà della Regione Lazio). Gli interventi, grazie ad un finanziamento con fondi CIPE, di quasi 2 milioni di euro, assegnati al Parco dal Ministero della Cultura, sono iniziati nell’aprile 2023 e sono ora in dirittura d’arrivo, con la conclusione stimata entro l’estate 2024. Il complesso progetto degli interventi in corso alla Necropoli è guidato dal Funzionario archeologo, Responsabile scientifico del sito, Cristina Genovese.
In campo ci sono interventi di restauro diretti sui monumenti ma anche importanti operazioni di rimozione delle cause di degrado, in particolare sul sistema di drenaggio dell’acqua di falda, per evitare successivi allagamenti. Insieme al rifacimento di tutta la pannellistica del sistema informativo, ciò porterà a una maggiore fruibilità del sito stesso. Il Direttore D’Alessio, con il suo staff, sta lavorando per diffondere maggiormente la conoscenza di questo luogo e delle altre aree archeologiche sul territorio di Fiumicino, poiché restano un po’ al di fuori dei circuiti principali dei visitatori e turisti: con il Comune di Fiumicino e con Anas c’è un dialogo per il posizionamento di una serie di cartelli informativi stradali che indichino la presenza di
questi siti e come raggiungerli. La sfida maggiore, poi, che attende il Parco archeologico per i prossimi anni sarà l’interazione con i mezzi di trasporto pubblico per raggiungere i siti archeologici ed il Museo delle Navi.
Sempre nell’ambito dello stesso progetto, tra gli interventi conservativi e di restauro, seguiti come Direzione Lavori dai Funzionari architetto Maria Chiara Alati e restauratore Tiziana Sorgoni, emerge quello che sta interessando la “Tomba cosiddetta della mietitura”, uno dei contesti più rappresentativi della Necropoli portuense per il prezioso mosaico che la decora, che sarà ancor più valorizzata grazie alla realizzazione di un percorso dedicato e guidato, assolutamente accessibile, oltre che di un “affaccio” che permetta di ammirarne la straordinarietà della decorazione musiva.
Gli interventi sono poi concentrati anche sulla sostituzione delle moderne coperture delle tombe, ormai ammalorate, con nuove strutture dotate di pannelli in zinco titanio e con l’inserimento di punti di ventilazione per il ricambio d’aria all’interno dei loculi, in modo da scongiurare la formazione di degrado, umidità e quindi dell’insorgenza di microrganismi vegetali nocivi, oltre che di ristagni d’acqua, che pregiudicano l’integrità degli edifici funerari e della loro decorazione pittorica.
Alla risoluzione di queste problematiche conservative, si riconnettono anche i
lavori per dotare le tombe di nuovi discendenti per un più efficace smaltimento delle acque meteoriche. Inoltre, accanto a significativi restauri, che interessano alcuni dei più noti mosaici del sito, è prossimo l’avvio di progetto di restauro virtuale, insieme con l’Università di Palermo, che consentirà di restituire, seppur in ambito per l’appunto “virtuale”, gli apparati decorativi, che sono stati distaccati nel secolo scorso e conservati nei depositi archeologici ostiensi, nel loro contesto di origine; obiettivo: ricostruire lo straordinario sistema di immagini, colori e arredi che ornavano le tombe di una delle meglio conservate Necropoli di età romana.
Insieme alle misure di controllo delle condizioni ambientali della Necropoli, scenario a cui si ricollega il già sopra citato ripristino del sistema “wellpoint” di drenaggio dell’acqua di falda, è condotta come azione ordinaria del Parco archeologico, anche questa seguita meticolosamente dal Funzionario Michele Orzano, la cura della “salute” dei 30 pini marittimi e 20 cipressi, con 80-100 anni divita, e di altre decine di arbusti presenti nella necropoli: sono stati salvati dall’attacco della “cocciniglia” grazie ad una strategia fitosanitaria mirata, giunta al quarto trattamento a partire dal 2020. Interventi di salvaguardia, peraltro, condotti “con successo” su tutti i mille pini presenti nei siti del Parco archeologico, tra Ostia antica, Portus e, per l’appunto, la Necropoli di Isola Sacra.