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La Polizia locale sequestra la sede della protezione civile di Fiumicino, Ass. “Nuovo Domani”

Posti i sigilli sui cancelli del quartier generale di via Moschini dopo un mese di indagini

 

di Umberto Serenelli

 

Con un raid la Polizia locale in borghese ha sequestrato la sede della protezione civile “Nuovo domani” di Fiumicino. Sono stati infatti sigillati i due cancelli di accesso al fatiscente stabile di via Giuseppe Moschini, apponendo cartelli e chiusura con catene e lucchetti.

 

Era nell’aria un’azione dei vigili dopo circa un mese di indagini, fatte di scavi con un bob-cat. La costante presenza dei berretti bianchi, nei giorni scorsi, ha catalizzato la curiosità di quanti transitavano davanti alla struttura, considerata per tanti anni la casa di un’associazione particolarmente attiva del Comune costiero nel volontariato.

 

Nel parcheggio è stato imposto lo stop anche ai mezzi in sosta con i quali i volontari procedevano agli interventi anticendio oppure di soccorso con le ambulanze. Sui sigilli la scritta che “l’immobile è sottoposto a sequestro probatorio” in base a diversi articoli evidenziati i quali riguardano “rifiuti inquinanti, abusi edilizi e occupazione abusiva” dello stabile.

 

La costruzione dell’edificio risale a oltre 40 anni fa e venne realizzato dall’allora comune di Roma, su terreno della Regione, e utilizzato poi come scuola. Alle spalle della costruzione vennero poi edificati altri locali dove oggi hanno la loro sede la Cri, uno sportello per i disabili della LegArco, alcune società sportive di atletica e la sede dell’associazione Carabinieri in pensione.

 

Il presidente della protezione civile, Alfredo Diorio, si è abbandonato a uno sfogo affidato a un filmato sui social. “Dopo aver lavorato per 40 anni sul territorio di Fiumicino siamo stati allontanati dalla nostra sede come se fossimo dei delinquenti e questo grazie una persona che ha fatto un esposto dai contenuti assurdi – precisa infuriato Diorio – Sono stati effettuati degli scavi attorno alla sede dove non è stato rinvenuto nulla di quanto denunciato. Per liberare l’immobile ci hanno costretto a trasferire in fretta tutti i documenti dei tanti anni di attività svolta dalla protezione. Dopo quanto fatto per la crescita di questo comune non meritavamo di essere trattati come straccioni e la cosa è veramente vergognosa“.

 

 

 

 

 

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