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Liburna, in prossimità dell’approvazione dei bilanci, l’associazione SAI.FO lancia un Sos

Bianchi: “Chiediamo a tutti i Consiglieri Regionali e Comunali un aiuto per portare a termine il progetto”


di Dario Nottola

In una lettera al Presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, ed al sindaco di Fiumicino, Mario Baccini, l’associazione SAI.FO Sistema Archeoambientale Integrato Fiumicino Ostia, in prossimità dell’approvazione dei bilanci, lancia un Sos per portare a termine quello che è un progetto ambizioso: la costruzione, a Fiumicino, di una Liburna, una nave romana del primo secolo dopo Cristo a dimensioni reali, a 500 metri dal vecchio Faro, per opera di una famiglia di maestri d’ascia, i Carmosini.

“La famiglia – spiega Massimo Bianchi Presidente APS SAI.FO – è impegnata da più di vent’anni ad un progetto fuori dal comune: riprodurre, nel modo più fedele possibile, una nave da guerra del periodo di Traiano, lunga 35 metri, larga 9 e alta 12. Una nave agile e veloce con due ordini di remi, utile per gli inseguimenti e per il trasporto delle truppe”.
 
“Le Amministrazioni Comunali – prosegue – negli anni, hanno contribuito con alcuni interventi finanziari, così come la Regione, ma più della metà di ciò che è stato speso proviene dalle risorse economiche della famiglia Carmosini. I recenti interventi pubblici sono serviti a riparare le parti dello scafo che negli anni si sono deperiti a causa della mancanza di una copertura; copertura che si sta realizzando grazie all’intervento della cittadinanza di Fiumicino, che ha aderito con grande passione attraverso una sottoscrizione pubblica, anche se le risorse necessarie al suo completamento non sono sufficienti”.

Chiediamo a tutti i Consiglieri Regionali e Comunali, aldilà dei diversi orientamenti politici – sottolinea Bianchi – un aiuto in fase di approvazione di bilancio, che si trasformi in un impegno economico concreto, facendo divenire di fatto tutti gli Enti interessati partner nell’intero progetto: si tratta di concedere la possibilità alla reale definizione di quest’opera che si incastona perfettamente con la presenza delle imponenti presenze archeologiche fra Ostia e Fiumicino e di rendere l’identità culturale e sociale di un territorio occasione di sviluppo economico”.
 
Le informazioni che abbiamo su questo tipo di imbarcazione, la Liburna, sono molto scarse. I secoli e il mare ci hanno lasciato pochissime testimonianze e la principale fonte di ispirazione nella sua costruzione, per Francesco e Oscar Carmosini, sono stati alcuni rilievi presenti sulla Colonna Traiana a Roma, interpretati grazie alla consultazione di esperti archeologi.
 
I Carmosini hanno iniziato l’opera nel 2001 per pura passione. Un’avventura nata con l’intento di affermare la propria eredità culturale attraverso il recupero delle tradizionali tecniche di lavorazione del legno, di tramandare la loro passione per la storia e le tradizioni marinaresche di un territorio, quello di Fiumicino, che ospita le maestose testimonianze del più grande porto della Roma antica, e soprattutto, con lo scopo di rendere la Liburna un bene comune, fruibile a tutti, una testimonianza tangibile della nostra storia.
 
“A testimonianza dell’unicità di questa ricostruzione c’è un accordo di collaborazione fra la nostra associazione, il Comune di Fiumicino, il Parco Archeologico, le università la Sapienza e Roma Tre e il CNR – evidenzia Bianchi – Si tratta di un’opera unica, definita di archeologia sperimentale dal mondo accademico per la sua peculiare tecnica di costruzione, che sta attirando già centinaia di visitatori e l’interesse dei media. Il Comitato Promotore SAI.FO si è assunto il compito di raccogliere i fondi necessari al completamento del progetto. Vogliamo rendere la Liburna un esempio da seguire, una costruzione che sia visitabile da tutti, creata su un terreno adiacente alle case popolari, confinante ad un giardino pubblico abbandonato e in degrado, un porzione di territorio che necessità di una giusta rivalsa e di nuove possibilità lavorative, culturali ed sociali. SAI.FO ha preso in concessione dalla Regione Lazio, proprietaria delle aree, i terreni in questione”.

“Su tutta l’area c’è la volontà di creare una ‘centralità culturale’ di altissimo livello che attiri turismo, scuole, creando un centro di formazione professionale (perché Oscar Carmosini non sia l’ultimo maestro d’ascia del nostro territorio) e rivalutando il giardino adiacente trasformandolo in un luogo di svago sicuro e aperto a tutti. Un’occasione di risanamento e rivalutazione per il problematico quartiere in cui si attua il progetto”, conclude Massimo Bianchi Presidente APS SAI.FO
 
 
 
 

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