Il sogno di Antonio e Morena (e per l’intera città) e l’incontro fortunato con i gestori della struttura: la storia di “un’idea talmente bella che vale la pena provarci”.
di Erica Fasano
Ogni città dovrebbe avere un teatro, un luogo dove l’arte può esprimersi, trasformarsi e restituire emozioni, anche solo per una serata. A Fiumicino, uno di questi luoghi è il Cinema Teatro Traiano, che da tempo, in una nuova “versione” seppur non ancora riaperta al pubblico dopo lo stop di diversi anni fa, rappresenta un punto di riferimento culturale capace di coinvolgere diverse generazioni. Chi ha più di 30 anni conserva almeno un ricordo legato a questo spazio: una performance di danza, un film visto in gita scolastica, o semplicemente il fascino di un teatro che, fino a poco tempo fa, sembrava ormai dimenticato. Per anni, infatti, i suoi cancelli chiusi e il buio oltre le porte hanno alimentato dubbi sul futuro di una struttura che sembrava aver perso la sua centralità.
Ma una serata, tutto è cambiato. “Camminare lungo via del Serbatoio significava vedere il teatro spento, abbandonato, senza iniziative. Poi, un giorno, l’abbiamo trovato aperto e abbiamo chiesto di poter entrare,” raccontano Antonio e Morena, responsabili dell’Aps Artematica. Quella che sembrava una coincidenza si è rivelata essere l’inizio di una nuova fase per il teatro. In quell’incontro casuale con Massimo, Flavia e Stefano Cerulli, proprietari della struttura, è nata l’opportunità di riaprire il Teatro Traiano. “Il proprietario ci ha chiesto se avessimo un’idea per il teatro, e quando gli abbiamo spiegato il nostro progetto, è stato subito entusiasta. In poco tempo, ci è stata data la possibilità di utilizzare la struttura” Durante questo periodo, il duo Artematica ha investito una somma considerevole in lavori di ristrutturazione, ridando vita e valore al teatro. Lo scorso anno ha sottoscritto un contratto di locazione a lungo termine, fino al 2047, garantendo così un futuro solido per questo spazio culturale.
Antonio, Morena, circa un mese fa avete lanciato l’iniziativa “Il Posto per l’Arte”. Qual è stato il riscontro fino ad oggi? Avete ricevuto una risposta positiva dalla comunità?
“Abbiamo avuto una risposta straordinaria. Partivamo con 25 adesioni, tra privati e aziende. Poi, dopo la pubblicazione del comunicato stampa, in sole due settimane siamo stati sommersi da richieste, soprattutto tramite social, sito web e telefonate. Abbiamo ricevuto numerose richieste da parte dei cittadini di Fiumicino, ma non solo. Recentemente, una signora di Ostia Antica ci ha contattato, raccontandoci di avere un bel ricordo dell’allora cinema, dimostrando che questo teatro è stato e continua ad essere un polo culturale di riferimento non solo per i cittadini di Fiumicino. È bello vedere quante persone si stiano interessando e chiedendo come poter partecipare.”
Quante prenotazioni avete ricevuto finora?
“Al momento, l’iniziativa “Il Posto per l’Arte” ha bisogno di raggiungere il 60% di adozione delle 200 poltrone; dopodiché sarà possibile contribuire anche con una raccolta fondi tramite una piattaforma di crowdfunding chiamata Ulule, dove ognuno potrà donare quanto può. Ad oggi, dopo appena due settimane, abbiamo raggiunto 33 adozioni, con ben 11 nuovi sostenitori in pochissimo tempo. Un risultato che non ci aspettavamo. Inoltre, ci sono molte aziende interessate. L’attenzione che stiamo ricevendo, soprattutto dopo il comunicato, è davvero sorprendente. Molte persone che non conosciamo ci stanno aiutando a trovare altri sostenitori”.
Vi aspettavate un riscontro così positivo?
“Siamo davvero sorpresi da questa risposta così calorosa. Ci emoziona vedere quanto le persone si stiano attivando, dimostrando una grande sensibilità nei confronti dell’arte e del valore sociale che il nostro progetto porta con sé. Qui dentro c’è un vero e proprio recupero delle ‘anime’. Vediamo tanti giovani, ma anche adulti, che hanno vissuto intensamente il periodo del lockdown. Se prima c’era un certo declino, ora stiamo assistendo a una vera rinascita e riappropriazione della propria espressione personale attraverso l’arte.”
Sembra proprio che questo luogo stesse aspettando il progetto giusto per ripartire dopo anni di silenzio, vero?
“I proprietari Cerulli sono stati chiari sin dall’inizio: questo doveva essere il posto dell’arte e non altro. Infatti, stanno già intervenendo con lavori di ristrutturazione sulle facciate e su tutta la copertura del teatro. Ci stanno dando un sostegno concreto e credono nella bontà del nostro progetto. Dopo il 2013, questa struttura aveva restituito le licenze perché non riusciva a sostenersi solo come teatro. Il nostro progetto, invece, crediamo che possa funzionare, perché la scuola “Teatro Traiano Scuola D’Arte” e il teatro, quando sarà attivo, si sosterranno a vicenda garantendo una solida continuità. Personalmente, abbiamo fatto tanti sacrifici per ristrutturare questa struttura, ma la nostra soddisfazione più grande sarà vedere i ragazzi tirar fuori il talento e spiccare il volo come professionisti, per poi tornare un giorno a esibirsi qui.”
È quasi una missione, la vostra.
“Sì. Non abbiamo figli biologici, ma possiamo dire di averne tantissimi, tra alunni e alunne che frequentano le nostre scuole. A tutti i giovani del territorio vogliamo lasciare in eredità un bene importante. Sentiamo di dover restituire alla vita ciò che essa ci ha dato. Noi qui lavoriamo con tutti come se dovessero diventare dei professionisti. È fondamentale creare un ambiente accogliente e sereno, ma anche serio e professionale. Ci piace adattarci alle nuove generazioni, sempre più sveglie e consapevoli, ascoltandole ma mantenendo saldi i principi della disciplina. Non è vero che i ragazzi di oggi sono “sbagliati”; sono semplicemente mal indirizzati e poco sostenuti. Siamo orgogliosi perché abbiamo ex alunni che hanno spiccato il volo – due di loro sono attualmente impegnate in una tournée di 30 date in Cina – e altre ragazze sono tornate per insegnare qui. È questo che vogliamo: creare un circolo virtuoso.”
“La cosa più bella che potrebbe accadere non è solo vedere i nostri allievi realizzarsi, ma anche che tornino qui a esibirsi, che si creino nel nostro territorio vere e proprie compagnie teatrali, band o gruppi culturali locali che continuino a portare avanti il loro talento. Vogliamo creare opportunità di lavoro e fungere da trampolino di lancio per tanti giovani.“
Qualche anticipazione sui prossimi eventi?
“Abbiamo fissato una scadenza: entro giugno 2025 vorremmo raggiungere il nostro obiettivo di adozione del 60% dei posti. A breve, ci saranno una serie di eventi per supportare il progetto, ma preferiamo non spoilerare troppo. Puntiamo tutto sul progetto. È un’idea talmente bella che vale davvero la pena provarci“.