La Riserva del Litorale Romano tra le aree usate come “caso studio” per approfondire gli aspetti ecologici e sociali del ritorno del lupo in ambienti antropizzati e periurbani
di Dario Nottola
Grazie al “lavoro e alla qualità dei dati raccolti” dall’Oasi Lipu Castel di Guido, che ha certificato la presenza del lupo come “realtà consolidata nell’area della Riserva Naturale Statale del Litorale Romano da più di 10 anni”, lo Iea-Istituto di Ecologia Applicata ed il Dipartimento di Biologia e Biotecnologie dell’Università La Sapienza di Roma hanno deciso di coinvolgere la Lipu nel progetto “Life Wild Wolf“. Lo rende noto l’Oasi Lipu Castel di Guido dalla sua pagina social.
Avviatosi nel 2023, il Life Wild Wolf ha individuato le aree periurbane di Roma come “caso studio perfetto” per approfondire gli aspetti ecologici e sociali del ritorno del lupo in ambienti antropizzati e periurbani. Oltre all’Oasi Lipu Castel di Guido nella Riserva Naturale Statale del Litorale Romano nel Comune di Roma, diverse Aree protette della Regione Lazio saranno coinvolte nello studio: il Parco Regionale di Bracciano e Martignano, l’Ente Regionale Parco di Veio, diverse Riserve dell’Ente Regionale RomaNatura, sotto il coordinamento della Direzione Ambiente Regione Lazio, “uniti nello sforzo di attività di raccolta dati necessari a definire i parametri essenziali della popolazione periurbana di lupo nelle aree intorno alla Capitale”.
“Come gruppo di lavoro della Lipu – sottolinea l’Oasi – siamo impegnati in attività di monitoraggio della presenza di questa specie nelle aree naturali dell’Oasi e anche nei ben più ampi confini della Riserva Naturale Statale del Litorale Romano dal 2013. Siamo pronti quindi ad avviare una ricerca intensiva che avrà come obiettivo quello di acquisire nuove conoscenze. Novità importante e che apporterà una mole di dati nuovi e fondamentali sarà l’utilizzo della radiotelemetria, una tecnica di monitoraggio che permetterà di seguire alcuni esemplari di lupo e studiarne ritmi di attività, movimenti, interazione con altre specie, uso dello spazio e dell’habitat e dieta, e di valutare i comportamenti verso l’uomo in contesti nuovi di presenza, come raramente è stato fatto prima in Italia”.