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Lutto nello spettacolo, è morto Flavio Bucci

Scomparso la scorsa notte dopo un malore, ne tracciano un bel ricordo gli abitanti di Passoscuro

di Dario Nottola  
 
Una grande perdita quella di Flavio Bucci, un vuoto artistico dopo una serie di ruoli cult e leggendari. Ma Passoscuro ha perso qualcosa, umanamente, di più.  
 
Era ormai infatti considerato a pieno titolo uno della comunità cittadina, un “concittadino acquisito”, stimato, ben voluto, seppur in presenza del suo carattere assai schietto e diretto. Di lui ricordano la signorilità d’altri tempi ed il baciamano alle signore. Nei pomeriggi si fermava al bar, a chiaccherare con la gente. 
 
La sua morte ha lasciato una scia di dispiacere. Di Flavio Bucci, il grande attore di teatro e cinema, scomparso la scorsa notte dopo un malore, ne tracciano un bel ricordo alcuni degli abitanti di Passoscuro. L’interprete 72enne di “Ligabue”, “La proprieta’ non e’ piu’ un furto” e “Suspiria”, circa cento film, opere televisive e teatrali, voce di John Travolta nella Febbre del sabato sera, vi risiedeva da otto anni: nei primi anni in una casa famiglia, raccontano dei cittadini, e poi in un appartamento, assistito da amici, oltre che dal fratello, dopo aver lui stesso raccontato, in interviste, di problemi di indigenza, eccessi ed acciacchi di salute. 
 
“Ultimamente stava meglio, anche con la respirazione; qui si trovava bene, con la vicinanza del mare e con lo iodio – racconta un abitante – non voleva più andare via, anche per la tranquillità del paese”. 
 
Ed un altro: “L’avevo visto giovedi scorso, stava discretamente. Spesso si fermava al bar, al tavolo, a chiaccherare, affabile, schietto e se serviva non te le mandava a dire. Tempo fa ha visitato le attività di teatro nella scuola”. 
 
Ed a Passoscuro c’è anche chi ricorda la sua partecipazione ad un lavoro in video per ricordare la figura ed il martirio del carabiniere Salvo d’Acquisto, che si immolò per salvare ostaggi dei nazisti proprio a pochi chilometri dalla localita’.
 
“Era giocoso, scherzoso, per me era diventato un fratello maggiore, è una dolorosa perdita per l’arte e tutti noi. Qui era benvoluto, stimato, lo chiamavano Maestro – e’ la testimonianza di Massimiliano – ricordo la sua gentilezza, il baciamano alle signore. E la sua passione per i rigatoni alla pajata. Tempo fa aveva ricevuto la visita di Alessandro Haber e, nei suoi racconti, ricordo la fierezza di quando parlava dell’ invito da Alain Delon a Parigi, colpito dalla sua interpretazione di Ligabue. Oppure ricordava l’invito alla mostra su Ligabue ideata da Sgarbi a Sutri”. 
 
Parlava dell’importanza del suo lavoro, della sua professione, seppur non avesse manifestato il sacro fuoco verso il cinema o il teatro”, aggiunge Massimiliano. Si attende di conoscere data e luogo dei funerali.
 
 
 
 
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