Vogliamo raccontare una storia diversa, meno infamante nei confronti della sua famiglia
di Gianluca Zanella
Non sono passate nemmeno 24 ore dalla tragedia e già c’è chi specula mediaticamente sul fatto, attivando una gogna a dir poco vergognosa. Sulla pagina facebook di alcuni quotidiani nazionali sono apparsi articoli dove si sostiene che il bambino di 11 anni, Alessandro, potrebbe essersi suicidato. Secondo qualche giornalista, il bambino avrebbe confidato agli assistenti sociali il suo disagio, già lo scorso anno, ma i genitori, definiti “drogati”, non si sarebbero mai accorti del problema.
Chi sono le fonti con cui hanno parlato i giornalisti? Quanto c’è di vero in quello che gli aricoli espongono? Con certezza non lo sappiamo, quindi non vogliamo smentire né andare contro nessuno, però anche noi abbiamo le nostre fonti e vogliamo raccontare una storia diversa, meno infammante nei confronti di una famiglia che, sicuramente, in questo momento non ha bisogno di vedersi attaccata in modo così osceno.
Abbiamo parlato con la signora L., residente a Fregene, mamma di una compagna di scuola di Alessandro. “Ho letto una serie impressionante di falsità – ha dichiarato la donna – e la cosa che mi ha fatto più male è stato leggere che il bambino si sarebbe suicidato. Niente di più falso: Alessandro aveva problemi cognitivi, forse una lieve forma di autismo”.
Se questa informazione dovesse essere confermata, cambierebbero le carte in tavola. Prosegue la donna: “Alessandro non era in grado di comunicare facilmente, quindi mi sembra strano che abbia detto di volersi suicidare agli assistenti sociali. Sicuramente il cambio di scuola (aveva cominciato a frequentare la prima media Nda) ha influito negativamente: i compagni di classe non erano stati preparati a rapportarsi con un bambino affetto da disturbi cognitivi e gira voce che lo prendessero in giro, ma da qui ad affermare che si sia suicidato perché non sopportava di veder i genitori drogarsi di fronte a lui mi sembra un’assurdità”.
Abbiamo parlato anche con una maestra che conosceva Alessandro, pur non avendolo avuto in classe: “Il bambino aveva problemi, ma non penso sia possibile che si sia suicidato. Sarebbe opportuno smettere di accanirsi contro questa famiglia e lasciare che siano gli inquirenti a fare luce sull’accaduto”.
Ribadiamo a chiare lettere che tutto è ancora da confermare e le indagini sono ancora in corso. Speriamo che venga presto fatta chiarezza sul caso e ci stringiamo attorno a questa famiglia duramente colpita.
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