“Le forzature che si stanno cercando portare avanti per agevolarlo a scapito di fondi pubblici ed europei investiti a Civitavecchia dovrebbero sollevare molti interrogativi”
Fondali inadeguati, bassi e sabbiosi; costi elevati per i dragaggi e rischi per l’erosione e l’inquinamento; un sistema infrastrutturale e di mobilità ad Isola Sacra inadeguato. Sono tra le criticità sollevate oggi dai “Tavoli del Porto”, il Comitato di iniziativa cittadina, composto da oltre trenta associazioni del litorale, per la realizzazione, nella zona del vecchio Faro di Fiumicino, del porto crocieristico privato inserito nel Decreto Giubileo 2025, in una comunicazione inviata a tutti i consiglieri di amministrazioni comunali, comprese Fiumicino, Roma e Civitavecchia, e regionali.
“Ci risulta difficile da capire come un attracco crocieristico privato, in aperta competizione con il porto crocieristico pubblico della vicina Civitavecchia, possa essere autorizzato, contro l’attuale normativa, in un territorio fragile con infrastrutture inadeguate, fondali bassi e limacciosi che non permetterebbe un traffico marittimo con altezze superiori ai 48 metri – spiega il Comitato. “Questa opera è ancora più difficile vederla come essenziale per i pellegrini del Giubileo quando difficilmente riuscirebbe persino ad aprire i cantieri per il 2025.”
“Le forzature che si stanno cercando portare avanti per agevolarlo a scapito di fondi pubblici ed europei investiti a Civitavecchia dovrebbero sollevare molti interrogativi. Questa opera si sovrapporrebbe inoltre alla demolizione del viadotto dell’aeroporto e un ponte della Scafa già allo stremo e congestionato dal traffico veicolare dei pendolari dell’aeroporto. Gli imponenti dragaggi necessari, poi, per raggiungere la profondità per questa impresa devasterebbero i fondali di Fiumicino, che sono bassi e sabbiosi e quindi non adatti“.
Oltre alle criticità normative ci sarebbero criticità ambientali; il Comitato evidenzia quella della penetrazione del Cuneo Salino: “La realizzazione di volumi enormi di dragaggi a ridosso della spiaggia di Isola Sacra apre al rischio della penetrazione del cuneo salino nella falda di acqua dolce che alimenta l’attività agricola di Isola Sacra e di Maccarese“.