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Perchè no alla nautica da diporto?

Fortini:”credo che sia giunto il momento che i cittadini di Fiumicino chiedano un cambiamento di rotta, senza che gli interessi economici li anneghino”

“Praticare uno sport nautico o dedicare parte del proprio tempo libero ad uno svago di qualsiasi natura sul mare, nel rispetto dell’ambiente e delle leggi vigenti, è un diritto che non può essere negato, come spesso avviene, per logiche di puro profitto, considerando che da quando la Capitaneria di Porto non controlla più le tariffe applicate per l’uso di spazi demaniali, i cittadini di Fiumicino sono costretti a pagare, molte volte tariffe piuttosto salate” ha dichiarato il Presidente Unione Comunale Pd di Fiumicino, Armando Fortini.
“Da tempo – prosegue Fortini – i cittadini di Fiumicino, che hanno questa passione, subiscono limitazioni per vivere il mare le loro passioni, spesso è difficile fare un bagno senza dover pagare o utilizzare la propria barca per diletto. Queste imbarcazioni, sono frutto di sacrifici di una vita da godere nell’età della pensione, o per molti giovani che desiderano utilizzare la barca ereditata dalla famiglia, tramandandosi le tradizioni marinare della nostra gente. I porticcioli e la gestione degli stessi, sembrano favorire le barche di lusso penalizzando i proprietari dei natanti. Non è certo il modo migliore per garantire diritti generali e diffusi, ivi compreso il comparto turistico”.
“La situazione della darsena di Fiumicino è veramente poco chiara – sostiene il Presidente Unione Comunale Pd di Fiumicino – dove i soliti noti hanno ottenuto oltre al rinnovo delle concessioni, anche un ampliamento dei posti barca, chiaramente a discapito dei residenti che in base alle norme non solo nazionali ma anche europee, hanno diritto ad avere posti barca a canoni ridotti, approfittando di uno spazio che il Comune ha destinato ai cittadini, non è gestito da nessuno e quindi fonte di malumore fra gli utenti”.
“Come se non bastasse – incalza Fortini – oggi troviamo nella darsena, anche la presenza di un peschereccio, unico di tutta la flotta presente a Fiumicino ad avere un posto barca che occupa una gran parte della banchina sud, senza contare i posti barche assegnati ai cantieri navali, che senza problemi impedisce l’accesso alla banchina pubblica ai cittadini di Fiumicino, insomma da concessionari a meri proprietari della cosa pubblica. Quello che stupisce è come sia possibile che tutto questo accada sotto gli occhi del Comune di Fiumicino, della Capitaneria di Porto, dell’Autorità Portuale e di tutte le autorità di Polizia senza che nessuno si renda conto che i cittadini di Fiumicino sono stati scavalcati nei loro diritti di residenti di questo comune e sono costretti a sborsare canoni salatissimi, che li costringono a rinunciare a questa passione, cancellando le nostre tradizioni e spegnendo ogni iniziativa dei nostri giovani che non possono certo affrontare questi canoni di locazione, a fronte poi di servizi inesistenti, basti vedere la desolata darsena dove in estate non è raro, al mattino, imbattersi in gruppi di turisti insonnoliti che, magari ormeggiati la sera prima, vagano alla ricerca di un bagno, di una doccia, normali servizi che troviamo in ogni porto, ma non a Fiumicino. Che dire poi della fornitura, in sicurezza, di energia elettrica, acqua e carburante. Basta guardare uno dei più noti portolani, per vedere in quanti altri posti si verifichi la stessa mancanza”.
“Comune di Fiumicino, Capitaneria di Porto, Autorità Portuale di Civitavecchia a chi compete promuovere iniziative che consentano un equo sviluppo dell’ economia marittima locale? – chiede Fortini – gli approdi turistici, se non ben integrati nel tessuto produttivo, sociale, economico, turistico ed imprenditoriale del territorio, diventano in poco tempo, aree di parcheggio produttive solo per chi gestisce i posti barca che provvede a portare i profitti in altri luoghi”.
“Credo che sia giunto il momento che i cittadini di Fiumicino amanti di questa passione inizino a chiedere a gran voce un cambiamento di rotta, un cambiamento che riporti al centro gli interessi dei cittadini e delle loro passioni, senza che interessi economici li anneghino” ha concluso Armando Fortini.

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