Una storia lunga decenni per l’attraversamento più famoso del territorio
di Valentina Fiordalice
Sessantotto anni esatti. Questa l’età del tanto amato e odiato attraversamento principale della città di Fiumicino e che dopo quasi tre quarti di secolo sta per rifarsi completamente il look. I lavori, iniziati lo scorso 2 gennaio, doneranno alla città un ponte completamente rinnovato nelle sue parti meccaniche ma anche nella carreggiata e nelle banchine e che tra circa cinquanta giorni saranno accessibili a tutti, ciclisti e disabili in carrozzella.
La carbonatazione del calcestruzzo e dell’ossidazione delle armature che si sviluppano in presenza di ossigeno, acqua e anidride carbonica stavano, infatti, intaccando ormai le strutture. Un restyling dovuto, quindi, anche a un fattore sicurezza.
LA STORIA Era, infatti, il 25 febbraio 1948 quando fu inaugurato il grande progetto a sollevamento chiamato così in onore nella neonata Repubblica Italiana. Ma la sua storia non nasce nel dopoguerra. Fiumicino da sempre “divisa” è stata unita nei secoli da una serie di ponti che hanno reso possibile passaggi e congiunzioni altrimenti impensabili. La presenza di attraversamenti sul canale di Fiumicino, Fossa Traianea, è nota fin dall’epoca romana. La città di Porto, infatti, si estendeva da entrambe le parti del fiume Tevere e resti storici di uno di questi restano nel punto in cui l’antica via Flavia Severiana giunge nei pressi del Tevere. Si hanno notizie di un altro ponte a metà del ‘500 da Domenico Boccamazza capo caccia di Papa Leone X che lo descrive in un vernacolo probabilmente collocato all’altezza dell’attuale Torre Niccolina. Più recentemente, nel 1800, è documentata la presenza di un ponte di barche costruito dalla Reveranda Camera Apostolica poco a monte dell’attuale 2 Giugno distrutto da una forte inondazione nel 1802. Fu ricostruito altre due volte, l’ultima nel 1815. Nei primi decenni del ‘900 i movimenti che andavano incrementando lungo le sponde diedero il lasciapassare alla costruzione di un nuovo attraversamento. Il ponte fu costruito all’altezza della via Demaniale, l’attuale via del Faro e in linea con la Chiesa del Crocifisso.
Come lo descrive Giuseppe Larango nel libro “Fiumicino tra cielo e mare”, “era costituito da un’unica travata inferiore, poggiante su di un basamento situato sulla sinistra della mezzeria del fiume. Da questo lato il basamento era collegato alla banchina con le condutture di comando. L’apertura avveniva per mezzo di comandi idraulici. La travata si sollevava di circa 12 cm e veniva fatta ruotare di 90 gradi consentendo il transito delle imbarcazioni sul lato destro”. Da molti è ancora ricordato come il “ponte girevole” di Fiumicino. Quello di barche venne utilizzato più a valle più o meno all’altezza dell’attuale Passerella Pedonale. Il 23 gennaio del 1944 i tedeschi in ritirata bombardarono tutti gli attraversamenti di Fiumicino, la Torre Clementina e anche il vecchio faro. Il Genio Civile, nel 1945 dotò Fiumicino di un galleggiante di ferro per “traghettare” persone e carri da una sponda all’altra del fiume fino al 1946 quando iniziarono i lavori di un moderno ponte levatoio, inaugurato due anni più tardi e che ancora oggi fa bella mostra di sé, alto e imponente, al centro di Fiumicino.
I riferimenti storici sono tratti dal libro: “Fiumicino – Tra Cielo e Mare, una storia da vedere” , Publidea ’95 Srl, Roma, novembre 2000.
Foto pubblicata: “Archivio Storico Foto Aldo”
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