“Continueremo a monitorare, fino a quando la Fiumicino Waterfront non sarà capace di confutare le nostre perplessità”
di Roberto Saoncella
Osservazioni fatte nel 2019 a cui non è stato dato nessun seguito, autorizzazioni concesse nel 2010 da rivedere alla luce delle nuove norme di tutela del paesaggio e tanti dubbi sull’impatto complessivo delle opere a terra anche in merito agli aspetti archeologici. Se di bocciatura non possiamo parlare, si tratta sicuramente di una vera doccia fredda. Stiamo parlando dei pareri arrivati questa settimana da parte della commissione VIA del Ministero dell’Ambiente e quelli del Ministero della Cultura, sul progetto di porto turistico e croceristico del vecchio faro, presentato dalla Fiumicino Waterfront (leggi Royal Caribbean) e il Comune di Fiumicino.
Una lunga lista di osservazioni, che non bocciano e non bloccano nulla, ma che la società che vorrà realizzare il nuovo porto non potrà non prendere in considerazione. A renderli noti, questo pomeriggio, il comitato dei “Tavoli del Porto”, nel corso di una partecipatissima assemblea svoltasi presso il porticciolo al Faro.
A pesare, nel giudizio espresso dai due ministeri, sono soprattutto la parte di osservazioni che si rifanno al passato. Una parte di autorizzazioni, infatti, il vecchio progetto di porto turistico (allora denominato della Concordia), le aveva ottenute nel lontano 2010, quando la stessa Regione Lazio non si era dotata di strumenti di tutela del paesaggio come il PTPR. Se il progetto fosse rimasto lo stesso, non ci sarebbe stato nulla da fare, ma per il Ministero della Cultura quello presentato da Royal, con l’aggiunta del molo croceristico, è sostanzialmente un nuovo progetto, quindi per alcune autorizzazioni va avviato nuovamente l’iter.
Piccata, per così dire, anche la parte di risposta sempre del Ministero della Cultura in merito alle osservazioni fatte dallo stesso nel 2019, e che la Fiumicino Waterfront non sembra minimamente aver preso in considerazione o aver interpretato in maniera molto soggettiva. Un punto su tutti, quello dei bilancioni. Le vecchie baracche per la pesca con la rete, secondo il MIC, fanno parte del paesaggio antropologico e culturale della foce del Tevere, e in quanto tali nel progetto andavano tutelati e valorizzati. A quanto sembra, nel piano presentato da Royal, i cari vecchi bilancioni resi immortali da decine di film (da Pasolini alle moderne fiction, passando per i comici Franco e Ciccio), verrebbero demoliti, ricostruiti altrove e trasformati in bar e ristoranti. Effettivamente, se le cose stessero così, si tratterebbe di una strana interpretazione del binomio tutela e valorizzazione.
Per il Ministero dell’Ambiente invece, tante osservazioni in merito alla disposizione esatta delle cubature esistenti e soprattutto per le nuove, nonché tante preoccupazioni per le opere a terra e viabilità accessoria.
Insomma, il passaggio del progetto di porto turistico e croceristico di Fiumicino, continua a far discutere. Ricordiamo che in soldoni, i fronti aperti del nuovo progetto di porto sono essenzialmente due. Da un lato le osservazioni al piano di VIA al progetto stesso, da parte delle varie autorità competenti. Dall’altro l’altrettanto discusso problema della gestione privata di un porto croceristico, in un Paese come il nostro dove le crociere rientrano nell’ambito della navigazione commerciale e in quanto tale di competenza dello Stato. Quello stesso Stato che, a dire il vero, da decenni dovrebbe realizzare, proprio dall’altro lato del Fiume Tevere a soli 2 km di distanza, un porto commerciale con tanto di molo d’attracco per le navi da crociera.
“Non si tratta di una vittoria – ha dichiarato il portavoce del comitato dei Tavoli del Porto, David Di Bianco – ma sicuramente dimostra che i dubbi che anche noi abbiamo espresso in merito a quest’opera, non erano campati in aria. Continueremo a monitorare, fino a quando la Fiumicino Waterfront non sarà capace di confutare, con studi e dati alla mano, le nostre perplessità”.
Dubbi che non sembrano essere solo del comitato. Singolare infatti che la nota di una ventina di pagine del MIC inviata al Comune di Fiumicino, si apra proprio sottolineando questo aspetto: “Sono pervenute numerose osservazioni in merito al progetto”.
“Questa sottolineatura – fanno sapere dal Comitato – a nostro avviso significa una sola cosa. Se il Ministero definisce come ‘numerose’ le osservazioni arrivate, vuol dire che ne sono arrivate molte di più rispetto a tanti altri progetti. E se tanti cittadini, associazioni, enti ed altre realtà, si sono interessate al progetto, vuol dire che il problema è molto più sentito dalla cittadinanza, di quello che la politica pensa. Non resteremo per diventare prigionieri dei nuovi porti”.
L’appuntamento è fissato per fine marzo, per una nuova grande assemblea convegno, per continuare a parlare di Porti.