“Non riconoscere la vicinanza delle istituzioni significa rafforzare le posizioni di intolleranza e omofobia”
La Regione Lazio, ha revocato il patrocinio al “Roma Pride 2023”, la manifestazione a sostegno dei diritti della comunità LGBTQIA+, motivando la decisione con un’incompatibilità delle posizioni riguardo al tema della gestazione per altri.
In un comunicato, la Regione “Ribadisce il proprio impegno sui diritti civili, come del resto l’operato pluriennale del presidente Francesco Rocca”, ma non sosterrà l’iniziativa poiché il manifesto, intitolato Queeresistenza, “Promuove comportamenti illegali, con specifico riferimento alla pratica del cosiddetto utero in affitto”.
Nella nota, la Giunta del Lazio sottolinea anche il “Rammarico per il fatto che il patrocinio, concesso in buona fede da Regione Lazio, sia stato strumentalizzato. Quanto avvenuto rappresenta un’occasione persa per costruire un dialogo maturo e scevro da ogni ideologia, fortemente voluto e sentito da questa Amministrazione, per promuovere una reale inclusione e combattere ogni forma di stigma e discriminazione”.
Il comunicato della Giunta ha innescato una serie di reazioni indignate. Per il portavoce del Roma Pride, Nicola Colamarino, la revoca del patrocinio è una “vergogna” oltre che frutto delle pressioni dell’associazione antiabortista Pro Vita e Famiglia che nei giorni scorsi aveva definito “schizofrenico” il sostegno della Regione alla manifestazione. A Roma, il sindaco Gualtieri del Partito Democratico, ha invece confermato il patrocinio del comune e la sua presenza alla parata che si terrà sabato 10 giugno.
Anche a Fiumicino i consiglieri di opposizione commentano la decisione della Regione Lazio.“Ritirare il patrocinio al Roma Pride è un pessimo segnale – si legge nel comunicato stampa – Quando si ha un ruolo istituzionale è necessario rappresentare tutti, soprattutto le categorie più deboli e chi, come la comunità LGBTQIA+, subisce ancora gravi aggressioni e violenza, fisica e verbale. Non riconoscere la vicinanza delle istituzioni significa rafforzare le posizioni di intolleranti e omofobi e tirare in ballo la maternità surrogata, che in Italia è già vietata, ha davvero dell’incredibile e del pretestuoso. Un’istituzione democratica ha il dovere di rappresentare tutti e tutte, a prescindere da etnia, colore, sesso e orientamento sessuale. Stupisce di doverlo ribadire ancora“.
“Quando eravamo al governo di Fiumicino – prosegue – non abbiamo mai fatto mancare la nostra presenza al Pride. Ci auguriamo che il sindaco Mario Baccini non si fermi alla solidarietà recentemente mostrata all’ex delegato ai diritti civili, Davide Farruggio, ma ne raccolga l’esplicita richiesta di inviare una rappresentanza istituzionale della nostra Città al Pride”.