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Tagli alla scuola: i professori del Baffi manifestano correggendo i compiti per strada

Stato di agitazione degli studenti con la proclamazione dell’assemblea permanente


Continua lo stato di agitazione all’Istituto Paolo Baffi di Fiumicino contro i tagli alla scuola, ed alla protesta che i lavoratori, professori e personale amministrativo, avevano già avviato la scorsa settimana si è aggiunta oggi quella degli studenti. In tutte e tre le sedi del grande istituto si sono svolte assemblee che hanno visto la piena partecipazione degli studenti, che hanno espresso differenti risultati. Nella sede centrale di via Lorenzo Bezzi e nella sede di via Giorgio Giorgis i ragazzi, che nel corso delle assemblee hanno tenuto un comportamento esemplare per correttezza e maturità dimostrando anche una buona conoscenza delle problematiche scolastiche, hanno deciso di attivare una assemblea permanente per continuare a manifestare la loro contrarietà a ogni provvedimento di ridimensionamento delle spese e del personale del settore scuola, ed anzi a chiederne un potenziamento.
“Lo strumento dell’assemblea permanente non blocca la didattica ma anzi la migliora – hanno dichiarato – permettendo un costante monitoraggio ed aggiornamento delle azioni che i politici compiranno in questi giorni”.
Nella sede di Fregene invece è stata dichiarata l’occupazione, nonostante la forte contrarietà espressa dai docenti nei confronti di questa scelta. Gli studenti di questa sede protestano non solo per la situazione generale di crisi del comparto scuola ma per la impossibilità, che risale a più di un anno fa, di usare la palestra dell’istituto e il relativo campo polivalente esterno, dissestati e dichiarati impraticabili ma senza che la Provincia di Roma, proprietaria della sede e responsabile della manutenzione, abbia ancora provveduto a sanare questa situazione di grave disagio.
Così come già avvenuto la scorsa settimana per la sede di Fregene, un nutrito gruppo di insegnanti ha trascorso diverse ore fuori del cancello del Paolo Baffi di Fiumicino per effettuare pubblicamente la correzione dei compiti ed altri adempimenti didattici.
“Questa storia che noi lavoriamo soltanto 18 ore deve essere smentita – sostengono gli insegnanti – le 18 ore sono in effetti quelle della didattica frontale, ma che sono accompagnate da un carico di lavoro settimanale che è almeno equivalente per durata e che ci costringe anche a un duro impegno mentale: dalla preparazione delle lezioni alla correzione dei compiti, dalla organizzazione di tutte le attività fino a una lunga serie di adempimenti che fanno parte del nostro lavoro quotidiano, in un contesto sempre più povero di risorse”.
In questa occasione i professori hanno espresso le loro ragioni anche attraverso numerosi cartelli: Basta con i tagli alla scuola. Siamo docenti non siamo schiavi. I tagli alla scuola rubano il futuro dei nostri figli. Ministro Profumo se non sai difendere la scuola pubblica dimettiti. Questi gli slogan più frequenti, che misurano chiaramente la rabbia e l’indignazione di una categoria professionale, quella dei lavoratori della scuola, che certamente non è rassicurata dalla marcia indietro dello stesso ministro riguardo l’ipotesi dell’aumento a 24 delle ore di lezione, ma che vuole invece cogliere questa occasione per ricordare a tutti l’importanza la centralità della scuola per i destini futuri del Paese.
Un’azione concreta e molto apprezzata da studenti e insegnanti è quella messa in atto dalla direzione dell’Istituto Paolo Baffi, che ha programmato un incontro-dibattito con l’Onorevole Giovanni Bachelet per il prossimo venerdì alle ore 15,30, nella sede centrale di via Lorenzo Bezzi. Sarà l’occasione per tutte le componenti della scuola di confrontarsi con la controparte politica. L’On. Bachelet è difatti membro della Commissione Cultura della Camera e del Gruppo Scuola del Partito Democratico, oltre che docente egli stesso. Modererà l’incontro il dirigente scolastico dell’I.I.S. Paolo Baffi prof. Roberto Tasciotti, che per l’occasione ha esteso l’invito anche a tutti i genitori degli studenti ed alle personalità della cultura e gli esperti di didattica e formazione del territorio.
 
 
 
 

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