La categoria chiede che il fermo biologico venga spostato a giugno per favorire la riproduzione sui fondali
di Umberto Serenelli
Con la ripresa dell’attività in mare, dopo il fermo biologico, sul mercato locale e in quello romano finisce una grossa quantità di pescato esposto sui banchi a prezzi particolarmente bassi.
È il positivo effetto dello stop temporaneo alla pesca, nel mese di ottobre, che ha consentito alla flotta di Fiumicino di cattura in quantità varie specie.
“Da una stima nelle reti a strascico di 23 pescherecci finiscono circa 160-170 quintali giornalieri del classico prodotto del mar Tirreno – afferma Gennaro Del Prete, presidente della coop Pesca romana – Peccato che questo enorme quantitativo la prossima settimana subirà in crollo perché siamo dell’avviso che la pesca va fermata a giugno e non a ottobre, come vuole la Comunità europea”.
Polemica a parte, in questi giorni i prezzi sono crollati e quindi i romani posso approfittare per fare una bella scorpacciata.
“C’era molta attesa per il ritorno del pescato sul mercato locale – sottolinea Fabio Romani, grossista della pescheria ‘Ciroma’ di Fiumicino – L’enorme quantità ha fatto precipitare i prezzi. Il costo delle mazzancolle è di 18 euro al chilo, i gamberi 10, i polpi veraci 14 e il fritto di paranza addirittura 8 euro”.
È dunque ghiotta l’occasione per gustare del buon pescato fresco in un periodo dell’anno in cui le vendite non vanno a gonfie vele.
Anche gli operatori dell’asta di via Carloforte a Fiumicino esprimono soddisfazione. “Nei giorni scorsi siamo arrivati a vendere circa 1.200 casse tra pescato di paranza e quello della piccola pesca – garantisce l’astatore Giovanni Istinto – In particolare è stata registrata abbondanza di triglie e mazzancolle. Sul nastro anche grosse ombrine che hanno arricchito l’offerta”.
I curiosi che abitualmente seguono lo sbarco del prodotto, sopra alla banchina dove ormeggia la flotta, si sono catalizzate sullo scarico di grosse ombrine. “Da anni non vedevamo ombrine di circa 8 chili – aggiunge Del Prete – e la cosa è stata una sorpresa anche per gli imbarcati, quando hanno aperto il sacco dello strascico. Questa abbondanza durerà poco se non ci mettiamo d’accordo sul periodo del fermo biologico. La categoria è infatti sensibile al ripopolamento e quindi è orientata sullo stop della pesca a giugno, mese in cui le specie ittiche depositano le uova“.
Gli armatori sono decisi a favorire la crescita del novellame e per tale motivo sono in attesa di sedere attorno al “Tavolo azzurro” dove si confronteranno tecnici, politici e lupi di mare appartenenti alle 5 marinerie del Lazio: Civitavecchia, Fiumicino, Anzio, Gaeta e Terracina.
“Sarà presente anche l’assessore regionale alla Pesca, Giancarlo Righini – conclude Del Prete – e in quella circostanza verrà chiesto e spiegato dalla categoria il perché è importate fermare a giugno, che è il periodo in cui tutelare e far cresce gli stock ittici del litorale laziale”.
Anche la gettonata ristorazione della cittadina marinara ha ripreso a proporre piatti con pescato locale. “È importante che la flotta sia tornata operativa perché di fatto riattiva l’indotto che è trainante per l’economia della nostra città – dice Massimiliano Mazzuca, titolare del ristorante Amelindo – La ristorazione fa la sua parte proponendo menù in cui vengono proposte le diverse specie di pescato locale molto apprezzato dai clienti romani”.