In questi due anni di ‘passione’ in relazione all’autovelox posto a Torrimpietra, abbiamo analizzato, dal punto di vista matematico, lo scandalo da molti punti di vista
Oggi vogliamo approfondire un aspetto che potremmo definire ‘matematico’, e per il quale il Comitato del Patto per Torrimpietra si è avvalso di una serie di collaboratori addetti ai lavori: cercheremo ora di rendere il più semplice possibile la dimostrazione di come l’autovelox incriminato sia una vera e propria trappola da cui per molti, troppi, è risultato persino impossibile sfuggire. Seguiteci.
Come tutti sanno, in quel tratto di via Aurelia intorno al 28° km. è presente contemporaneamente sia la rilevazione del passaggio con il rosso, che quella del superamento del limite di velocità, oggi ‘sanato’ correttamente a 50 km/h. Il codice stradale vieta testualmente tale simultaneità proprio per i motivi che andremo spiegando. Qualcuno afferma che la rilevazione del passaggio con il rosso non funzioni o non abbia mai funzionato, ma questa – nel caso – sarebbe un’aggravante, in quanto la segnaletica parla chiaro e a sostegno della presenza della rilevazione stessa, inducendo eventualmente il povero automobilista ad un errore doppio!
Immaginiamo la seguente scena: l’automobilista arriva, regolarmente a 50 km/h, quando scatta il giallo. In quel momento si trova a scegliere due strade, entrambe rischiose: se accelera per sbrigarsi a superare il semaforo, incorre nel superamento dei 50 km/h. E se frena? Tenuto conto del tempo di reazione medio universalmente riconosciuto, 1 secondo, durante il quale si percorrono circa 13,9 metri a 50 km/h, e dello spazio di frenata dal momento in cui viene spinto il pedale (circa 11,1 metri in quanto lo spazio generale di arresto per una macchina media è considerato pari a 25 metri), considerando infine che tale spazio viene percorso a una media di 25 km/h ipotizzando una decelerazione costante da 50 km/h a zero (auto ferma) e che quindi richiede circa 1,6 secondi, ecco venir fuori che per operare un completo arresto l’automobilista prudente e giudizioso ha bisogno come minimo di 2,6 secondi (con freni perfetti, reazione immediata, condizioni di asfalto e di ruote ideali) che diventerebbero circa 30% in più (3,4 secondi) in caso di bagnato e addirittura quasi 10 in caso di ghiaccio.
Cosa intendiamo dimostrare con questo calcolo solo apparentemente astruso? Che se la durata del giallo fosse stata/fosse inferiore ai 3 secondi e mezzo, sarebbe bastata/basterebbe una leggera pioggerellina per condannare matematicamente ogni automobilista in transito per Torrimpietra a pagare inevitabilmente una specie di ‘pizzo’ al comune di Fiumicino.
Ma se invece di frenare, l’automobilista si arrischiasse a tentare di passare mantenendosi a 50 km/h (peraltro situazione difficilissima in una condizione di panico come questa) nonostante la pioggerellina? Ebbene, per percorrere i 32 metri e mezzo (25 metri + 30% per l’asfalto viscido, dati del Ministero dei Trasporti) impiegherebbe 2,34 secondi: se il giallo dura di meno, zac, scatta la tagliola!
In estrema sintesi, posto di fronte alla scelta di ‘quale morte morire’, il nostro povero automobilista sa bene che, con un giallo più corto di 2,34 secondi, sia che freni, sia che mantenga costantemente i 50 km/h, verrà multato senza possibilità di appello, e tenuto conto che la gestione della durata del giallo è gestibile da remoto e che la durata stessa può essere variata senza alcuna implicazione anche cento volte al giorno (e a nulla servirebbe documentare alcune situazioni perché immediatamente prima o dopo le cose potrebbero stare ben diversamente), possiamo renderci conto di come quest’arma della nostra amministrazione comunale non possa essere fronteggiata con nessuna difesa legale e civile che possa essere portata avanti da Com.Pat.Tor. e da tanti onesti cittadini che si ritrovano, di fatto, assolutamente truffati.
Lettera inviata da: Marco Dominici Presidente Com.Pat.Tor.