Sembra il titolo di una partita di calcio, in cui il maggior valore calcistico ha sopraffatto la compagine notevolmente inferiore
Purtroppo o per fortuna, dipende dai punti di vista, non è così. Si parla di Ferrovie Italiane, di treni e di lavoratori di serie A contro lavoratori di serie Z. Questo è quello che personalmente come pendolare desumo quando ho letto nei giorni scorsi su tutti i quotidiani che entro il 2015 si percorrerà il tragitto Roma-Milano in sole 2 ore e 20 minuti e si avranno treni ogni 10 minuti nelle punte di massimo pendolarismo.
Viceversa, nessun programma per rendere il servizio di trasporto ferroviario regionale a livelli civili, di un paese come l’Italia. Nulla importa se i treni dei pendolari regionali ogni giorno, settimana dopo settimana, mese dopo mese, anno dopo anno, somigliano sempre più ai treni del terzo mondo, ai treni che vediamo su alcune immagini, in cui si vedono le persone ammassate fuori dai finestrini, in mezzo alle porte e sopra al treno. In Italia, in alcune regioni, e in modo particolare nel Lazio, manca solo che qualcuno monti sul tetto del treno, altrimenti già siamo costretti a viaggiare pressati sulle porte e solo alcuni fortunati (da noi li consideriamo tali) riescono a conquistare qualche finestrino aperto, che gli consente di respirare, altrimenti si deve soccombere per la mancanza d’aria, causa l’inefficienza e il mancato funzionamento del condizionamento (d’inverno come d’estate) e questo perché i finestrini sono stati chiusi a chiave per garantire il massimo rendimento del condizionamento (!!!???).
Treni sempre in ritardo, sempre più spesso vengono soppresse corse perché il materiale rotabile (leggi treni) si guastano e non ci sono i treni di riserva (per la Regione Lazio 1 solo treno di riserva per 8 linee regionali che svolgono centinaia di corse), tragitti di 60 km, come Civitavecchia Roma che quando si è fortunati, cioè il treno c’è, non è in ritardo, non si guasta, non vengono sottratti i cavi di rame, non ci sono tutti i finestrini chiusi, quindi non si hanno malori dei passeggeri a causa della mancanza d’aria, e quindi fortunatamente non si blocca il treno alla prima stazione utile, in attesa del soccorso da parte dei sanitari, che dovranno arrivare in ambulanza attraversando il traffico caotico della metropoli, non si blocca la linea per ostacoli sui binari o perché c’è qualche pendolare stanco di essere trattato e considerato “niente”, allora si riesce a fare questi 60 km in “solo” 1 ora e 30 minuti (treno regionale 12233) oppure 1 ora e 21 per tutti gli altri treni regionali della linea.
Chiaramente oltre alla differenza di percorrenza (1 ora e 30 contro 2 ore e 20 appena 50 minuti in più per circa 550 km) c’è differenza anche nella frequenza dei treni . Sulla FR5 circa 1 treno ogni 30 minuti contro i 10 previsti per la Roma Milano.
Lettera inviata da: Roberto Oertel, Comitato Pendolari Litoranea Roma Nord