Calicchio:”che Romano sia la prima di una lunga serie di teste tagliate nella faida intestina al Pdl?”
“La promozione del neo direttore generale dell’Asl Roma D, Ferdinando Romano, dopo appena dieci mesi dalla sua nomina, è stata se non altro repentina – ha dichiarato Paolo Calicchio consigliere comunale del Partito democratico di Fiumicino – una scalata velocissima che però, non ha avuto riscontri. Insomma una nomina senza risultati. Nessun miglioramento di quei servizi sanitari tanto sbandierati dal centrodestra. Niente ospedale a Fiumicino come auspicava qualcuno. Niente centro Alzheimer. Niente nuove strutture. E niente di quanto promesso dal centrodestra in campagna elettorale. Si è lavorato esclusivamente sulla scia tracciata dal centrosinistra. Nel silenzio di chi in quegli anni protestava e organizzava sit-in e manifestazioni di dissenso. Speriamo, ma non credo, che da un punto di coordinamento più alto l’ex dg Asl possa finalmente fare qualcosa per questo territorio”.
“Che Romano, fedelissimo di Alemanno, invece sia la prima di una lunga serie di teste tagliate nella faida intestina al Pdl? – è il punto interrogativo manifestato da Calicchio – è una ipotesi tutt’altro che fantasiosa visto l’atteggiamento ostile del sindaco di Roma contro il suo stesso Governo e le continue frizioni con la ruspante Renata, ormai erede designata del Premier, almeno nel Lazio, con buona pace degli ex An messi in minoranza dall’accordo segreto tra la Polverini e gli ex FI”.
“Il problema, al di là delle facili battute è gravissimo – sostiene Calicchio – il Pdl locale contro Canapini, Canapini contro Lollobrigida, Canapini in marcia contro il suo stesso Governo. Alemanno contro Berlusconi e Tremonti. Alemanno che parla la stessa lingua del sindaco di Torino, l’esponente Pd Piero Fassino bocciando la nuova finanziaria. Il Pdl è ormai in rotta con se stesso, sul punto di implodere in una guerra di posti di potere che tenta in qualche maniera di mascherare parlando di coerenza, senso di responsabilità e interessi del Paese. Quello stesso senso di responsabilità e interesse per il Paese che ci ha portato sull’orlo del default, derisi all’estero, senza un minimo di credibilità dei mercati che stanno erodendo i risparmi delle famiglie e minando la crescita di una nazione che ha sempre fatto del lavoro l’arma per superare ogni tipo di black out economico”.
“E che dire di Fiumicino – incalza il consigliere Pd – un senso di responsabilità che non ha ragione di esistere. Un pacchetto di dimissioni che non arriva per puri e semplici motivi personalistici di ogni componente della maggioranza. Continuo, da mesi, a ripetere che questa Giunta deve andare a casa con tutto il suo fardello di fallimenti. Che bisogna dare alla collettività la possibilità di scegliere una nuova classe politica che sappia governare i complessi scenari che ci sconvolgono. E invece si attende che accordi siano presi per garantire la sopravvivenza di chi non merita nemmeno la rielezione”.
“È ora di dire basta a questo scempio – conclude Paolo Calicchio – a questa faida senza quartiere sulle spalle dei cittadini. La politica torni a occuparsi del bene pubblico e non dei propri interessi. Continuare su questo tracciato significa distruggere il senso di vivere civile e il futuro dei nostri figli”.