“Se vuole essere veramente di aiuto a suo figlio, deve collaborare con il personale dei Servizi Sociali”
Egregio direttore, le scrivo per rispondere indirettamente, ma pubblicamente, alla signora Elena Balanuca. In merito alle sue dichiarazioni pubblicate su Fiumicino Online (clicca qui), devo precisare quanto segue:
Il Servizio di Assistenza Indiretta erogato dal Comune si distingue in “S.A.D.I.” e in “Contributo di Sollievo”.
Il “S.A.D.I.” consiste in un servizio di assistenza personale autogestita direttamente dalla persona disabile in grado di autodeterminarsi, riconosciuta quale soggetto protagonista della propria vita e non oggetto di cura, che sceglie autonomamente un Assistente familiare, istaurando un rapporto di lavoro a norma del CCNL di categoria vigenti, con verifica delle prestazioni erogate e della loro efficacia;
il “Contributo di Sollievo” invece è un sostegno economico (pari a euro 1.000,00 mensili) destinato alle persone in situazione di disabilità gravissima (stati vegetativi, gravi cerebrolesioni, gravissime etc…) non in grado di autodeterminarsi, che può essere erogato direttamente alla persona disabile, alla sua famiglia o ad altre persone che lo assistono, finalizzato a rafforzare la permanenza delle persone fragili nel rispettivo ambiente familiare e sociale;
è evidente che il minore in questione, avendo una gravissima disabilità e appunto essendo minore, non può gestirsi autonomamente, ma solo attraverso il tutore genitoriale cioè la signora Balanuca Elena.
I Servizi Sociali hanno approvato a novembre 2015 la prima graduatoria relativa all’Assistenza Indiretta e il figlio della signora Balanuca Elena, C.E., è risultato essere il primo in graduatoria per il “Contributo di Sollievo”, a seguito della valutazione multidisciplinare effettuata da personale specializzato di Comune e ASL che lo ha inserito in tale servizio, anziché nel “S.A.D.I.”, in considerazione della gravissima patologia e dell’età del disabile.
Gli uffici hanno convocato la signora, separata ma non ragazza madre come ha dichiarato nella sua lettera, per l’attivazione del Contributo a partire dal 01.12.2015 e per la sottoscrizione di tutti gli atti amministrativi previsti dal Regolamento Comunale. Non era richiesta la firma di nessun foglio in bianco come dichiarato dalla signora.
A seguito del ricevimento della comunicazione, la signora Balanuca Elena ci ha contattato, dichiarando di non voler accettare l’attivazione del “Contributo di Sollievo”, avendo fatto richiesta del Servizio di Assistenza Indiretta, cadendo nell’errore di considerare il Contributo proposto come altro dall’Assistenza Indiretta.
Ho cercato personalmente di far comprendere alla signora che la distinzione tra i due servizi, prevista dal Regolamento comunale sull’assistenza indiretta, si basa esclusivamente sulle patologie attestate e sull’età del minore e che, l’attivazione dell’uno o dell’altro servizio, è stabilita dall’Unità Valutativa Multidisciplinare in sede di visita domiciliare congiunta.
Purtroppo la signora di sua iniziativa ha di fatto rifiutato i 1.000,00 euro mensili, rinunciando al diritto del minore.
Preme sottolineare che il minore non risulta abbandonato dai Servizi Sociali Comunali, che hanno attivato da tempo un progetto di assistenza domiciliare diretta per 10 ore settimanali. Il Servio Sociale ha erogato inoltre dal 2013 ad oggi contributi economici finalizzati al sostegno del nucleo per un totale di 7.500 euro.
Dai colloqui effettuati dalle Assistenti Sociali del Comune che seguono il caso è emerso che il minore disabile percepisce mensilmente circa 1.500,00 euro (tra Indennità di accompagnamento, Pensione di Cecità e Pensione di Sordità), che devono essere utilizzati dal tutore, cioè la madre, per l’attuale assistenza del minore e non per essere accantonati, come riporta la signora nella sua lettera.
Contrariamente a quanto dichiara la signora Balanuca, a gennaio u.s. è stata contattata telefonicamente dalle Assistenti Sociali del Comune anche per l’attivazione di un sostegno psicologico, in considerazione delle fragilità emerse, che spero sia accettato quanto prima per la futura attivazione.
Invito pertanto la signora, se vuole essere veramente di aiuto a suo figlio, ad essere maggiormente collaborativa col personale dei Servizi Sociali, a non considerare l’Amministrazione Comunale nel suo complesso come un’antagonista ai bisogni del nucleo familiare e a evitare di pubblicare dichiarazioni mendaci a mezzo stampa per le quali, in altri contesti, si ricorre anche a vie legali.
Io e l’Assessorato da me rappresentato comprendiamo le grandi difficoltà che la signora si trova quotidianamente ad affrontare, ma la invitiamo a riflettere sulla rete di interventi già attivati per il suo sostegno e soprattutto a riflettere sulla gravità della scelta, tutta a suo carico, di rifiutare 1.000,00 euro mensili da parte del Comune.
Paolo Calicchio
Assessore ai Servizi Sociali e Sanitari del Comune di Fiumicino