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Congresso Pd, Giovani Democratici Fiumicino “rimaniamo fedeli al nostro obiettivo ma bisogna essere coscienti dei problemi”

“Siamo consapevoli, d’altronde, che IL PARTITO È DI CHI LO FA.”

 

“Il congresso del Partito Democratico di Fiumicino si è concluso sabato 5 febbraio, con l’elezione del segretario comunale (leggi qui). Di certo non sono mancati i colpi di scena, anche se rimane una sola terribile certezza: la piaga delle correnti personalistiche al suo interno.” Così la nota stampa dei Giovani Democratici di Fiumicino.

 

“Nonostante i nostri numerosi appelli, durante questi tre anni, di superare la politica di spartizione per rimettere al centro della discussione temi reali, la fase congressuale è stata fin da subito spaccata a causa delle correnti. Ma non ci siamo lasciati abbattere: durante i lavori congressuali abbiamo presentato un documento, in cui avanziamo delle proposte per far riavvicinare la cittadinanza al partito, con l’obiettivo di fargli recuperare credibilità e senso. A parole è risultato ampiamente condiviso, ma non si sono concretizzate.”

 

“Infatti – prosegue la nota – nonostante il disaccordo iniziale tra le diverse parti, il congresso dell’unione Comunale ha avuto sorprendentemente una conclusione “unitaria”, con il sostegno ad un nome comune per il ruolo di segretario. È stata per noi una sorpresa perché questo cambio di passo è avvenuto senza la convocazione di un’assemblea aperta. Così facendo, gli attuali dirigenti hanno dimostrato che vogliono far rimanere le decisioni sulla vita del partito appannaggio esclusivo della dialettica interna alle correnti. Di conseguenza, il valore dell’unità del congresso, da noi auspicata prima dell’inizio dei lavori, viene svilito perché non rappresenta più la volontà di riunire gli intenti di dirigenti e militanti.”

 

“Per questo non possiamo esimerci dal criticare il metodo con il quale sono state portate avanti le varie fasi congressuali, motivo per cui abbiamo deciso di prendere parte al voto – riconoscendo nel congresso un momento cruciale della vita di un partito – annullando la scheda.”

 

“Altro punto di sconforto per il futuro del nostro partito – prosegue la nota dei Giovani Democratici di Fiumicino – è il rinnovato legame con l’amministrazione, ulteriore motivo di grande sorpresa. Infatti, la condivisibile critica alla rielezione dell’ex segretario, si basava sulle ingerenze dei dirigenti amministrativi nell’elaborazione del partito, relegato, negli ultimi anni, a ruolo di mero sostenitore acritico delle politiche portate avanti dall’amministrazione. Peccato che poi il nome proposto, e unanimemente accettato, per ricoprire la carica di segretario sia un consigliere comunale, confermando inoltre come dirigenza figure della squadra amministrativa e non, che non hanno vissuto negli anni il partito. In questi tre anni abbiamo “lavato i panni sporchi in famiglia”, credendo in un cambiamento, ma questo congresso ci ha dimostrato che i nostri sforzi sono stati vani, palesando che la politica correntizia ai dirigenti attuali piace: non è sintomo di frustrazione o disillusione, altrimenti avrebbero lottato con noi per un congresso diverso.”

 

“Bisogna però essere coscienti dei problemi per riuscire a cambiarli, ecco perché, prendendo atto delle consapevolezze raggiunte nella relazione del neosegretario e negli interventi dei dirigenti durante l’assemblea di sabato che avvalorano la nostra posizione, abbiamo già chiesto un confronto con il neoeletto segretario. Noi rimaniamo fedeli al nostro obiettivo, far rendere conto che i problemi ci sono ma c’è anche la volontà di sanarli. Lo incontriamo convinti che la nostra posizione sia l’unica per raggiungere l’obiettivo, ma aperti a un dialogo costruttivo fondato sui temi. Siamo consapevoli, d’altronde, che IL PARTITO È DI CHI LO FA.

 

“Per questo – conclude la nota – è necessario che tutte le persone con cui abbiamo parlato in questi anni – dalle associazioni di quartiere fino ai nostri coetanei – che condividono la nostra visione politica su come dovrebbe essere e per cosa dovrebbe lottare il partito, partecipino. Non significa che siamo già in accordo su tutto, su come impostare concretamente le battaglie e su quali siano le priorità, ma che abbiamo voglia di discuterne, per determinare i processi, e smettere di subirli. La dirigenza di un Partito si può sostituire, ma serve essere in tanti; è necessario ridargli dignità e senso, perché è sui Partiti che si fonda la nostra democrazia.”

 

 

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