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Passoscuro: rischio esondazione

De Matteo:”Convogliare il fosso delle Pagliete nel fosso di Tre Denari è proprio un’eresia?”


Parliamo del rischio esondazione, ma questa volta non ci troviamo nella città di Fiumicino, ma nella zona nord del comune, a Passoscuro, dove troviamo il fosso delle Pagliete ed il fosso dei Tre Denari (vedi foto).

“Negli anni 1885 – 1890, quando gli scariolanti ravennati, fecero la bonifica di Ostia e Maccarese, non bonificarono il fosso di Tre Denari – spiega Nicola De Matteo della Lista Civica Perna – vi provvide in seguito, nel 1930 il conte Luigi Albertini che bonificò la sua azienda Torrimpietra. Ma la parte a valle, nella tenuta dell’ex Pio Istituto Santo Spirito, compreso il relitto di proprietà della Maccarese (lungo la sponda destra), ancora nei primi anni 60 si allagava spesso”.
“Detto questo – sostiene De Matteo – occorre precisare che il bacino imbrifero del fosso delle Pagliete che si immette nel fosso di Tre Denari in fondo a via San Carlo a Palidoro, si trova tra la sponda sinistra del rio Palidoro e quella destra del fosso di Tre Denari, a partire da sotto l’autostrada Roma – Civitavecchia, nel tratto compreso tra Palidoro e Torrimpietra. Ragione per cui l’acqua raccolta è molto poca e, nel terreno sabbioso la pioggia viene in parte assorbita subito dal terreno e a valle ne arriva ben poca”.
 
“Possiamo dire – afferma De Matteo – che eventuali ed improbabili esondazioni non possono certo derivare dal fosso delle Pagliete. Per questo motivo il fosso delle Pagliete, si potrebbe far confluire nel fosso di Tre Denari a monte del campeggio e l’alveo abbandonato potrebbe essere colmato con la terra dell’argine destro e adibito a pista ciclabile o a verde pubblico”.
 
“Se poi si volesse veramente togliere il rischio esondazione su tutta l’area circostante, basterebbe fare un ‘drizzagno’ sul fosso di Tre Denari  – ribadisce De Matteo – che, giunto a valle del campeggio, con l’alveo di sezione pari a quella proveniente da monte, in maniera che l’acqua scorra e non ristagni, e prosegua dritto per il ponticello di legno. Si eviterebbe l’impaludamento dell’alveo, nel quale confluiscono anche le acque inquinate per l’irrigazione provenienti dal Tevere, in questo modo si eliminerebbe totalmente il rischio di esondazione. Il vecchio alveo colmato, potrebbe essere adibito in parte a strada di collegamento tra la via Ghilarza e via San Carlo a Palidoro, in parte a pista ciclabile e il resto, unitamente alla macchia mediterranea compresa tra il vecchio e il nuovo alveo potrebbe essere adibito a parco pubblico”.
 
“E’ proprio un’eresia pensare ad un’opera che costa poco o trovando finanziatori del posto addirittura niente? Questa Amministrazione deve cominciare ad ascoltare i cittadini che hanno come unico scopo migliorare il proprio territorio e nello stesso tempo la qualità della vita dei residenti” conclude Nicola De Matteo della Lista Civica Perna.
 
 
 
 
 
 
 

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