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Piano Casa

“Al nostro comune interessa soltanto cementificare il territorio”

La richiesta da parte del Pdl di Fiumicino di dare subito attuazione immediata alla legge regionale n.10 del 13.08.2011 Denominata “Piano Casa” dimostra come alla giunta di centro-destra del nostro comune interessa soltanto cementificare il territorio.
L’iniziativa di ieri dell’Udc all’Hotel Club Isola Sacra dove si sbandiera questa legge come il volano di sviluppo per il nostro territorio e una visione della città che lascia molte perplessità.
Il nostro territorio a mio parere non ha bisogno di ulteriore cementificazione, vorrei precisare brevemente che la legge regionale permetterà di distruggere l’unico territorio rimasto fino ad oggi ancora incolume dalla cementificazione. Infatti la norma approvata dalla giunta Polverini prevede di eliminare la parte del testo della legge precedente che escludeva dall’applicazione della legge le aree agricole. Art.9 bis (edificazione anche in aree naturali protette) e in aree definite non edificabili, si potrà edificare
Dunque le aree agricole diventano trasformabili per fare ampliamenti e demolizioni e ricostruzioni degli edifici esistenti o per ospitare le cubature delle demolizioni e ricostruzioni da altre aree.
Palazzine al posto dei casali ed interi pezzi di quartiere al posto degli orti delle campagne del Lazio.
Le aree agricole saranno trasformabili con la sola eccezione dei casali antecedenti al 1930, senza alcuna regola sulla qualità, anche qui con risultati sul paesaggio facilmente immaginabili
Le zone B dei parchi, la parte maggiore dei parchi regionali diventano trasformabili per ampliamenti e demolizione e ricostruzioni.
E facile immaginare che cosa può succedere al territorio situato al nord del nostro comune.
Ma anche il restante del nostro Comune non se la passerà molto bene, a partire da quelle zone dove negli ultimi anni si è provveduto soltanto a costruire senza portare i servizi infrastrutturali fondamentali per la vivibilità del territorio.
Infatti la norma regionale prevede rifacendosi alla prima proposta del piano casa del Governo Berlusconi la possibilità di ampliamento del 20% a tutti gli edifici, compresi gli immobili non residenziali (commerciali, uffici, impianti sportivi etc).
L’estendere a tutti gli edifici la possibilità di ampliarsi del 20% (con dei limiti complessivi per edificio di 70 metri quadri per il residenziale e 200 per il non residenziale) se da un punto di vista squisitamente teorico può apparire più giusto dall’altro rischia di provocare effetti devastanti sui tessuti urbani. art.8 definisce abitazioni in “regola” anche quelle costruzioni condonate, con rischi seri sulla stabilità ed agibilità.
Art.8, demolizione e ricostruzione sulle arre di fronte alle coste marittime con aumenti delle cubature fino al 150 %.
Infatti non essendo previsto l’obbligo per questi tipo di interventi di garantire le urbanizzazioni secondarie (scuole, verde pubblico, parcheggi), perché individualmente molto piccoli, e dunque potendole monetizzare (pagando una quota in più alle amministrazioni comunali), la somma di molti piccoli interventi (che in ogni caso con 70 mq di superficie, come previsto nell’emendamento della Giunta regionale significa anche un appartamento in più e dunque un nucleo familiare in più, cosa consentita dal nuovo piano) rischia di compromettere ulteriormente la vivibilità in molti quartieri dove la carenza di servizi è già elevata e l’arrivo di nuove famiglie senza i servizi necessari, aumenterà l’invivibilità.
C’è da dire anche che mentre la precedente legge prevedeva l’obbligo per i Comuni, di reperire aree aggiuntive per verde e servizi, utilizzando gli oneri pagati, con la nuova legge questo diventa una semplice opportunità per le amministrazioni comunali che potranno in alternativa utilizzare i fondi per risanare di fatto i loro bilanci.
Ma l’incremento con questa norma non si ferma all’edilizia residenziale ma riguarda tutti gli edifici non residenziali: dai centri commerciali, agli edifici per uffici, magazzini ma anche impianti sportivi potranno e-stendersi del 20% fino a 200 metri quadri di superficie, senza alcun obbligo se non quello di mantenere per 5 anni la destinazione d’uso, dopo di che la dove gli strumenti urbanistici non lo vietano, l’ufficio incrementato di 200 metri quadri potrà trasformarsi in tante ulteriori case.
La precedente legge restringeva questa norma essenzialmente alle piccole attività artigianali con un incremento del 10% e subordinando il tutto a una completa riqualificazione per eliminare elementi di inquinamento ed impatto ambientale nella produ-zione artigianale esistente.
Infine, se tutto questo non fosse sufficiente viene permesso anche di andare in deroga per quanto riguarda le soffitte e cantine. E’ chiaramente un aiuto alle speculazioni, visto che spesso si realizza la cubatura di un appartamento di 120 metri quadri 3 appartamentini di 40 metri quadri, ognuno con sotto una cantina di 40 mq che diventava poi salone e sopra una soffitta sempre di 40mq che diventavano stanze da letto, e dunque 3 appartamenti di 120 mq reali, evadendo il prg e gli oneri di concessione ed urbanizzazione e triplicando gli abitanti insediati (con problemi di servizi etc). Questa norma è un regalo ai costruttori disonesti, un regalo alla speculazione!
 
Iannarella Massimo Sinistra ecologia e libertà Fiumicino – Testa di Lepre
 
 
 
 

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