La consigliera comunale replica a Pavinato: “Il progetto ‘faraonico’ della giunta Canapini esiste”
“Le esternazioni del Consigliere Pavinato, apparse sui giornali nei giorni scorsi, indicano chiaramente lo stato di difficoltà e di confusione mentale in cui lo stesso versa poiché, anziché rispondere alle critiche di Mario Baccini, il quale ha sollevato un serio problema circa i tempi lunghi di esecuzione dei lavori al ‘Ponte 2 Giugno’, ha puntato il dito sull’operato della Giunta Canapini, della quale ho fatto parte, accusandola di aver lasciato un progetto sulla carta di portata faraonica” ha dichiarato la Consigliera Comunale Giovanna Onorati.
“Pavinato – aggiunge Giovanna Onorati – fa parte della maggioranza che governa la Città e come tale ha il dovere di chiarire ai cittadini perché non è stata scelta una soluzione con tempi più brevi e, soprattutto, perché l’impresa finora ha lavorato solo di giorno infischiandosene dei notevoli danni provocati agli studenti, ai lavoratori e ad ogni settore economico della Città”.
“Ricordo a lui e a chi legge che intanto il progetto ‘faraonico’ esiste – ribadisce la consigliera comunale dell’opposizione – chiunque può prenderne visione tra i documenti agli atti dell’amministrazione, fu approvato definitivamente e non fu realizzato perché sopraggiunse la scadenza del mandato di Canapini Sindaco. Se il Sindaco Montino, anziché annunciare a gran voce la realizzazione del sottopasso, per un costo di almeno 50 milioni di euro di cui non si ha più notizia e che non rimarrà neanche sulla carta ma nelle sue illusorie intenzioni, avesse ripreso il ‘faraonico’ progetto; avesse chiesto un cofinanziamento al Ministero Infrastrutture e alla Regione Lazio, i cittadini di Fiumicino avrebbero avuto una nuova struttura per l’attraversamento larga 22 metri con 2 corsie per ogni senso di marcia, con marciapiedi e pista ciclabile e, inoltre, l’eliminazione delle intersezioni stradali ai due lati. Il tutto ad un costo di circa un terzo rispetto al fantomatico sottopasso e in questo caso gli automobilisti non sarebbero rimasti intrappolati per i circa cinquanta giorni a causa dei lavori, poiché la nuova opera era prevista a monte dell’attuale ponte che sarebbe rimasto agibile fino al completamento del nuovo”.
“Ci sono voluti tre anni e mezzo a questa maggioranza per rendersi conto che l’idea del sottopasso è improponibile e per partorire una soluzione che amplierà la vecchia larghezza del ponte di circa 50 cm e che, comunque, non risolverà definitivamente il problema dell’attraversamento del fiume come dire – conclude Giovanna Onorati – la montagna, cioè Montino, ha partorito un topolino”.
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