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Progetto “Spacca Italia”, in Piazza Grassi la manifestazione contro la legge sull’autonomia differenziata

Con la raccolta firme raggiunto il quorum necessario per la richiesta del referendum

 

 

di Fernanda De Nitto

 

Si è tenuta in piazza Giovanni Battista Grassi, a Fiumicino, la maratona dedicata alla raccolta firme, promossa dal comitato di Fiumicino, contro la legge sull’autonomia differenziata, proposta dal Ministro Roberto Calderoli.

 

 

 

Il progetto cosiddetto “Spacca Italia” è oggetto di un dibattito politico infuocato tra chi ritiene la legge un incentivo alla netta divisione tra il settentrione ed il meridione con probabili scenari preoccupanti per il buon funzionamento delle pubbliche amministrazioni e dei conti pubblici, mentre per altri costituisce un esempio di solidarietà nazionale.

 

 

 

Ad impegnarsi nella difesa dell’uguaglianza dei diritti e contro ogni divisione una serie di comitati, associazioni, sindacati e partiti politici del territorio che si sono uniti insieme per raccogliere le firme necessarie per la proclamazione di un referendum, dove saranno i cittadini a valutare se tale proposta sia valida o meno.

 

 

Sono intervenuti all’iniziativa i rappresentanti del Partito Democratico, del coordinamento Nazionale Rete Numeri Pari, di Alleanza Verdi Sinistra, del Movimento 5 Stelle, del Partito Socialista Italiano, di Demos Fiumicino e dell’XI Municipio, dell’ANPI provinciale di Roma e della CGIL Roma centro ovest litorale.

 

“Con la raccolta firme abbiamo raggiunto il quorum necessario per la richiesta del referendum ma con questo non ci fermiamo, perché la battaglia contro ogni processo di divisione è necessaria per far comprendere a tutta la cittadinanza quanto tale provvedimento vada a ledere ogni principio di equità tra regioni – ha affermato Andrea Pace della CGIL Roma COL – Ad oggi assistiamo alla gestione nazionale di un Governo al dir poco imbarazzante e già la manifestazione di Roma, a Piazza Santi Apostoli, è testimonianza di quanto i cittadini non siano assolutamente d’accordo con la legge di autonomia differenziata, la quale, se attuata, spaccherà totalmente l’Italia e la stessa popolazione, con un sud che purtroppo subirà le conseguenze più drammatiche”.

 

“La proposta di legge, presentata in aula al Senato, già dai suoi albori, ricevette il diniego da parte delle più grandi associazioni di categoria, ma anche dalla stessa Banca d’Italia, dalla CEI e da diversi sindacati nazionali – ha dichiarato la senatrice Alessandra Maiorino del Movimento 5 Stelle, tra i fondatori dell’assemblea costituente del comitato – Nonostante, quindi, un iter decisionale non condiviso, questo governo ha proseguito in totale autonomia, con l’obiettivo di dare una cornice unitaria per l’attuazione della legge 116 della Costituzione, con un trasferimento di risorse e relative funzioni alle singole regioni. Solo consentendo alla cittadinanza di esprimere il proprio parere, attraverso un referendum, si può fermare tale assurdità. La risposta dei cittadini è già ben chiara con oltre un milione di firme raccolte contro questo scellerato progetto decisamente secessionista”.

 

Abbiamo aderito da subito al comitato – aggiungono i rappresentanti di Demos Fiumicino e XI Municipio – manifestando tutta la nostra contrarietà per una riforma destinata a spaccare l’Italia, che porterà la nazione ad un decisivo regresso, con regioni che viaggeranno a diverse velocità, consentendo non troppo velatamente la fine dell’unità d’Italia. Tale stravolgimento storico è totalmente inaccettabile per il nostro partito politico che ha proprio la parola noi al centro della sua azione, contro ogni disuguaglianza”.

 

“Il nostro partito, proprio per connotazione storica, è da sempre vicino alle esigenze dei cittadini ed ha aderito prontamente al comitato, a difesa della nostra storia e dei padri fondatori dell’unità d’Italia – ha dichiarato Carlo Rosati del Partito Socialista Italiano, presente insieme a Gioacchino Assogna, coordinatore del partito per il X municipio – Il progetto destinato a spaccare la nazione è stato voluto dalla Lega proprio per accentuare le divisioni con il mezzogiorno. Ben venga la mobilitazione popolare contro ogni forma di discriminazione”.

 

“L’Anpi si dichiara contraria ad ogni tipo di autonomia differenziata, puntando all’abolizione di tale legge, che ci riporta agli albori della Lega Nord, dove il sud era visto come una cosiddetta palla al piede per il nord del paese – ha sottolineato Fabio Pari dell’Anpi provinciale Roma – Il progetto infrange ogni principio costituzionale di uguaglianza, in particolare per i settori nevralgici quali scuola, trasporti o sanità. Il provvedimento inciderà sulla vita quotidiana dei cittadini che con il tempo si ritroveranno i servizi essenziali quasi totalmente privatizzati e una spaccatura totale dell’Italia”.

 

“Ringrazio il comitato per il grande lavoro svolto durante la stagione estiva, complimentandomi per gli ottimi risultati raggiunti in termini di firme raccolte – ha rimarcato Michela Califano, consigliera regionale e segretaria unione comunale PD Fiumicino – Ad oggi l’obiettivo principale è quello di ritornare tutti insieme tra la gente, in particolare tra coloro che negli ultimi anni si sono astenuti nel votare, ristabilendo un contatto diretto ed un confronto continuo e partecipato. La nostra nazione è nata sotto una grande carta costituzionale che mette al centro l’uomo e i suoi diritti inviolabili e per tale ragione tutto ciò non potrà mai essere messo in discussione”.

 

“Un palese esempio di come tale legge sia già insita in alcune giunte regionali si denota dal fatto che, ad oggi, molti presidenti optano per farsi chiamare governatori – ha specificato Giuseppe De Marzo, coordinatore Nazionale Rete Numeri Pari, che ha aggiunto – Da notare attentamente che il termine governatore, per il ruolo che ricoprono, non è scritto o indicato in nessuna carta e con tale affermazione, praticamente oscena, si afferma solamente un arretramento di centinai di anni. L’approvazione di questa legge comporterebbe solamente una guerra di tutti contro tutti, mentre occorre essere consapevoli, parlando e raccontando le questioni nella realtà dei fatti, perché solo in questo modo le persone comprendere ciò che si sta facendo ed attuando. Tale azione non costituisce un referendum sul Presidente del Consiglio ma esclusivamente sulla legge 86 dell’autonomia differenziata e sulla sua applicazione. Bisogna quindi – conclude Giuseppe De Marzo – andare a parlare in maniera seria e appassionata con tutte e tutti. Noi come movimenti popolari, sociali e reti siamo impegnati quotidianamente a fianco dei cittadini e per la loro tutela”.

 

 

 

 

 

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