“I prezzi aumentano ma i compensi riconosciuti agli agricoltori e agli allevatori non riescono, neanche a coprire i costi di produzione”
“La protesta degli agricoltori ha motivazioni che vanno ascoltate e a cui va data risposta, l’agricoltura è un settore strategico per il Paese, gli agricoltori producono un bene primario, il cibo. Un vero servizio essenziale per tutti noi ” dichiara Paola Magionesi, Segreteria Circolo PD “Luigi MIlani” Maccarese.
“Agricoltura e difesa dell’ambiente non sono due fronti contrapposti – sottolinea – Anzi l’agricoltura può essere la prima frontiera per la tutela del pianeta, le prime a essere danneggiate dal cambiamento climatico sono proprio le aziende agricole. In Italia il mondo agricolo è composto al 99 per cento da imprese familiari e non di intensivo e grandi aziende che inquinano”.
“C’è una questione di mediazione politica – aggiunge Magionesi – tra le istanze ambientaliste e quelle più propriamente agricole, c’è da intervenire adeguatamente sul fronte delle multinazionali della distribuzione e del commercio dei prodotti agricoli, per evitare una inaccettabile sproporzione dei guadagni lungo la filiera”.
“A questo si aggiungono nel nostro Paese – prosegue – i minori ammortizzatori sociali come l’abolizione delle detrazioni fiscali, l’esclusione dei canoni agevolati per le rinnovabili, l’azzeramento dell’esenzione contributiva per gli under 40, l’assicurazione obbligatoria contro le calamità. In questa fase così delicata in cui i cambiamenti climatici impongono di procedere nella transizione ecologica, è fondamentale l’intervento di Governi e Ue nel garantire misure di sostegno ai custodi della nostra salute e di quella del pianeta. I costi aziendali, oramai fuori controllo, riducono fortemente il profitto degli agricoltori, allevatori portandolo a livelli al di sotto della sostenibilità economica, il primo problema dell’agricoltura italiana è soprattutto il reddito delle aziende agricole”.
“I prezzi per le famiglie aumentano – rimarca Magionesi – ma i compensi riconosciuti agli agricoltori e agli allevatori non riescono, neanche a coprire i costi di produzione e le imprese agricole sono costrette a vendere sottocosto per effetto di pratiche sleali che scaricano sull’anello più debole della filiera gli oneri delle promozioni commerciali. Ed è questa la questione che andrebbe affrontata in via prioritaria. Il punto dolente è lo scarto enorme, tra il prezzo del prodotto che viene riconosciuto al produttore ed il prezzo finale che noi consumatori paghiamo per lo stesso prodotto. Un litro di latte viene pagato ad un allevatore 50 centesimi al litro (prezzo inferiore al costo di produzione) e lo stesso litro viene rivenduto a 5 volte tanto. Non va meglio per le arance, dove il prezzo in campagna è di 43 centesimi al chilo, che scendono a 10 centesimi al chilo nel caso delle carote. Questa situazione azzera il reddito degli agricoltori, perché a furia di lavorare in perdita si finisce col dover chiudere”.
“Bisogna superare questo collo di bottiglia e ridare dignità e margine di guadagno a tutta la filiera dell’alimentare. Se un’azienda agricola ha un reddito adeguato, avrà le risorse necessarie per sostituire le trattrici, investire in stalle più moderne, investire nell’agricoltura di precisione e, quindi, di operare con maggiore sostenibilità ambientale” conclude Paola Magionesi, Segreteria Circolo PD “Luigi MIlani” Maccarese