Zaccai:“malasanità, sono deciso a fare chiarezza sul misterioso decesso di un anziano”
“L’ospedale di Carpi? Un lager”, denuncia intanto Tania Andreoli, la nipote, determinata a rivolgersi alle autorità competenti. Il Movimento nazionale Italia garantista si schiera con la donna per sostenere questa battaglia a tutela del diritto alla salute e contro ogni forma di abuso
Ricoverato a giugno per un ittero, un anziano muore “misteriosamente” il giorno di Ferragosto nell’ospedale di Carpi, in provincia di Modena. La causa? Un versamento epatico non curato. E poi complicazioni renali dovute ad una carenza di albumina e proteine nel sangue. Ma non finisce qui. Dietro questo decesso che fa decisamente rumore, ci sarebbero la somministrazione di farmaci non idonei alla patologia di cui era sofferente l’anziano ed il mancato benestare del medico di base alla prescrizione del necessario protocollo terapeutico che prevedeva l’utilizzo di albumina e proteine, da somministrare via endovena, evidentemente considerati farmaci troppo “costosi”.
Ma i familiari di Mario Andreoli, questo il suo nome, non intendono tacere su quello che sembrerebbe essere l’ennesimo, tragico caso di malasanità. I familiari vogliono chiarezza. Vogliono giustizia per quel loro caro morto tra grandi sofferenze. Tania Andreoli, la nipote, si è così rivolta a Pier Paolo Zaccai, presidente del Movimento nazionale Italia garantista per essere sostenuta in quella che si annuncia essere, innanzi tutto, come una battaglia per il diritto alla salute. Una battaglia perché i diritti di tutti – giovani, anziani, bambini – siano rispettati e non invece calpestati.
Il presidente Zaccai, dopo aver appreso dei drammatici eventi precedenti il tragico epilogo del 15 agosto scorso quando il signor Mario fu trasportato in gravi condizioni all’ospedale di Carpi con un blocco renale, condanna duramente la leggerezza e l’incompetenza dei sanitari. E si dichiara pronto, in qualità di presidente del Movimento nazionale Italia garantista, ad approfondire nelle sedi istituzionali l’intera vicenda.
“L’ospedale di Carpi? Un lager – denuncia intanto Tania Andreoli, che lunedì 22 agosto si recherà presso il nosocomio carpinese per richiedere il verbale del pronto soccorso – chiamerò i Carabinieri se questo diritto mi sarà negato”, annuncia la donna che già nel mese di giugno, quando lo zio fu ricoverato la prima volta per una crisi itterica, segnalò la sporcizia e la mancanza di decoro presenti nel reparto di Medicina 1.
“I pazienti – spiega Andreoli – sono lettizzati e resi invalidi. Anche ai più giovani, uomini sui quaranta anni, vengono messi i pannoloni. Ma la cosa più grave – prosegue – è che vengono sedati con lo Dlz, un potente psicofarmaco spagnolo sostitutivo del tramadolo, un oppiaceo usato negli istituti psichiatrici ed anche negli ospedali sui pazienti terminali. Di fatto, questa sostanza è utilizzata anche su degenti non terminali, come lo zio Mario, configurando così un omicidio legalizzato a causa dei terribili effetti collaterali. Molti primari, nel frattempo, stanno abbandonando l’ospedale che una volta era considerato uno dei migliori sul territorio nazionale soprattutto per i reparti di rianimazione e urologia. Troppi innocenti – conclude Andreoli – stanno pagando sulla propria pelle per scelte politiche sbagliate: ormai in quell’ospedale sono venuti a mancare sia la professionalità sia l’aspetto ed il rapporto umano”.
Nei fatti, sarebbe sparito il verbale del pronto soccorso quando l’anziano giunse nella struttura. Era da poco trascorsa la mezzanotte tra il 15 ed il 16 agosto. Ci sarebbero state anche delle gravi negligenze al momento della presa in carico del malato. Quando i familiari chiamarono l’ambulanza, trascorsero infatti dei minuti preziosi prima che questa arrivasse a Novi di Modena, dove abitava il signor Mario. Nel comprensorio dell’Unione delle Terre d’Argine, in cui vivono circa 150 mila abitanti, era disponibile e operativa un’unica ambulanza che arrivò sprovvista di medico e di defribillatore. Il paramedico effettuò il massaggio cardiaco ma senza risultato.
“Sono convinta – aggiunge la nipote – che lo zio arrivò morto in ospedale. Penso che la progettazione del nuovo polo ospedaliero stia incidendo sul declino della struttura”. Un caso che fa discutere e che merita attenzione.
“La politica deve uscire dalla sanità, che è in declino a causa della sua estrema politicizzazione. Infatti, accade sempre che i direttori generali e sanitari siano nominati per scelta politica e non per competenza professionale come dovrebbe essere”, chiosa il presidente Zaccai.