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Scuola: sono sempre i genitori a mettersi le mani in tasca

Calicchio (Pd):”dopo carta igienica e sapone, ora costretti anche a comprarsi le tende oscuranti”

“Ieri libri, carta igienica e sapone, oggi tende anti sole, domani forse banchi, sedie e cattedre. E chissà se dopo domani non toccherà a mattoni, cemento e salari degli insegnanti – e’ il commento del consigliere Pd, Paolo Calicchio – nella scuola pubblica di pubblico comincia a esserci poco o nulla. Il ritornello è sempre lo stesso, mettersi le mani in tasca e tentare di tappare le falle del berlusconismo che dopo 18 anni di crociate contro l’asset statale, ha ormai portato la scuola sull’orlo del baratro. I tagli lineari hanno avuto un unico effetto: distruggere una delle poche eccellenze del sistema Italia che ora si regge sulle sovvenzioni private, da intendersi come sovvenzioni dei privati genitori degli alunni”.
“L’ultimo esempio? – sottolinea Calicchio – la richiesta, in una scuola media di Fiumicino, di un contributo di 17 euro a studente per comprare tende ignifughe oscuranti che, si legge in una lettera distribuita da alcune rappresentanti di classe, ‘servono urgentemente per guardare le lavagne multimediali’. D’altronde in un sistema scolastico in cui i presidi si sono trasformati in manager e i manager sono premiati quando riescono a sopprimere le spese, chi ha un minimo di ambizione personale taglia sulla qualità. Ed ecco quindi classi sporche, palestre senza strumenti, bagni senza carta igienica e sapone per lavarsi le mani. E se poi ci sono le lavagne luminose, dono di qualche casa editrice, non ci sono le tende oscuranti. E come aggirare l’ostacolo? Chiedendo un piccolo contributo ai genitori degli studenti”.
“Certo che se a qualche preside manager viene anche l’ambizione di avere un incarico istituzionale, capisco come si punti sul sicuro invece di pensare a soluzioni efficaci, sponsorizzazioni o sostegni economici privati e pubblici, per migliorare la scuola. Il tempo? Serve per tentare la scalata politica alle prossime elezioni. Evidentemente – conclude il consigliere del Partito democratico – in un Paese dove si scambia il gossip per l’informazione, la cultura per la storia del grande fratello, e dove tutti ricoprono 4 o 5 incarichi, oramai tutto è consentito”.
 
 
 
 

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